Confronto tra Italicum e legge elettorale del M5S

lunedì, 16 giugno 2014

Beppe Grillo e Gianroberto Casaleggio hanno chiesto al presidente del Consiglio Matteo Renzi di aprire un confronto sulla legge elettorale. Per i due fondatori la base di discussione dovrebbe essere il sistema elettorale depositato dal gruppo M5S in Parlamento dopo che la base degli iscritti ha votato la proposta di riforma con una lunga serie di referendum online. Come si legge anche dal preambolo della proposta di legge dei 5 Stelle, la discussione appare molto difficile. Secondo il M5S il premio di maggioranza, che è il cuore dell’Italicum approvato in prima lettura alla Camera dei Deputati, è in contrapposizione con la democrazia rappresentativa. Un punto di dissidio difficilmente risolvibile, e probabilmente inaccettabile per Matteo Renzi, che ha fatto della “vocazione maggioritaria”, anche nella legge elettorale, uno dei capisaldi della sua proposta politica. Il sistema del M5S è un proporzionale corretto da una soglia di sbarramento flessibile. I seggi sono attribuiti in circoscrizioni pluriprovinciali, 42 in totale, dove esiste uno sbarramento “naturale” di circa il 5%. La soglia è più alta nelle 33 circoscrizioni dove si assegna il 60% dei seggi, ed è inferiore al 5% nelle rimanenti. I parlamentari vengono eletti con la preferenza, doppia nelle circoscrizioni più grandi, e c’è la possibilità tanto di scegliere un deputato o senatore di un altro partito, quanto di penalizzare uno dei candidati di una lista. Le candidature plurime in più circoscrizioni, che sono a loro volta suddivise in collegi plurinominali, sono vietate. Le differenze del progetto di legge del M5S con l’Italicum sono di conseguenza sostanziali e difficilmente conciliabili. La legge elettorale passata alla Camera dei Deputati infatti si basa su partiti o coalizioni che concorrono per ottenere una maggioranza dei seggi predeterminata. Essa può scaturire tramite il premio assegnato al primo turno, 340 seggi per il primo arrivato che supera il 37% , oppure con la quota di seggi (327) assegnata al vincitore del ballottaggio. Le liste dell’Italicum sono bloccate, ed è possibile arrivare fino ad un massimo di otto candidature nei 120 collegi in cui è diviso il nostro paese.  Per ottemperare alla sentenza della Consulta le liste bloccate sono significativamente accorciate rispetto al Porcellum, e l’elettore dovrebbe avere liste composte da un minimo di 3 ad un massimo di 6 candidati. I seggi sono assegnati con una ripartizione nazionale, a differenza della proposta del M5S. Molto diverso è il sistema di soglie di sbarramento, ben 3. Per i partiti che si coalizzano l’ingresso in Parlamento scatta con il superamento del 4,5% dei voti, mentre per una coalizione può accedere alla ripartizione dei seggi solo se arriva al 12%. Per i partiti esterni ad una coalizione la soglia è collocata all’8%. L’impostazione dell’Italicum è diametralmente opposta al sistema elettorale del 5 Stelle. La legge approvata in prima lettura alla Camera dei Deputati verte sul premio di maggioranza che assicuri un vincitore qualsiasi sia l’esito del voto. Un principio “maggioritario” completamente assente nella proposta dei 5 Stelle, e che rende difficile immagine un punto di conciliazione tra due ipotesi così diverse.

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