Diritto d’asilo, l’UE dice no al “mutuo riconoscimento” chiesto dall’Italia

sabato, 28 giugno 2014

Al Consiglio Europeo conclusosi ieri l’Italia non è riuscita a far passare il principio del “mutuo riconoscimento” sul diritto d’asilo. Nelle conclusioni dell’incontro dell’organismo che riunisce i capi di stati e di governo dei paesi membri, il “motore politico” dell’UE, non c’è infatti l’apertura alla modifica dei regolamenti comunitari auspicata dal nostro governo, e fissata come un obiettivo dal presidente del Consiglio. Nella prima bozza del testo poi approvato dal Consiglio Europeo era infatti contenuto un passaggio che rimarcava come  l’armonizzazione di standard di protezione e garanzie procedurali in tutti gli Stati membri dell’UE avrebbe permesso di “muovere nuovi passi futuri, incluso il mutuo riconoscimento delle decisioni di asilo”. Il mutuo riconoscimento vorrebbe dire ripensare l’attuale quadro normativo comunitario, basato sul regolamento Dublin III, che verte sul principio che il diritto d’asilo può essere richiesto solo nello stato membro di accoglienza. Le conclusioni del Consiglio Europeo hanno riaffermato “i principi di solidarietà ed equa condivisione delle responsabilità sanciti dal trattato, in conformità dell’articolo 80 del TFUE e garantendone l’effettiva attuazione”. Un passaggio rimarcato dal sottosegretario alla presidenza del Consiglio Sandro Gozi, delegato agli affari europei, che però non indica alcuna svolta concreta in tema di diritto d’asilo, almeno nel breve periodo. Le conclusioni del CE potrebbero aumentare la cooperazione in Frontex, ma anche in questo caso non si vedono svolte immediate all’orizzonte.

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