E’ stata una grande manifestazione civile e composta, eppure il raduno a Scampia per l’estremo saluto a Ciro Esposito mi ha fatto paura. Come già quel terribile 3 maggio allo Stadio Olimpico, ci ho visto la rappresentazione plastica dell’impotenza dello Stato davanti a fenomeni sociali che ormai sono sfuggiti al suo controllo. L’impotenza con cui le istituzioni non osarono fermare allora l’automatismo del “si gioca comunque”, faceva il pari con l’impotenza delle forze dell’ordine davanti alle tifoserie organizzate, divenute riferimento comunitario totalizzante per una gioventù priva di tutto. Sono passati quasi due mesi nel corso dei quali il governo e il Coni avevano promesso di fare qualcosa, ma è palese che non sono in grado di fare niente. A fine agosto si ricomincerà esattamente come prima. Il silenzioso Genny ‘a Carogna –e mi scuso se cito sempre solo lui, visto che è quello che si è esposto- continuerà a comandare su uno spazio vuoto che è poi lo spazio crescente della disperazione sociale e della miseria culturale.