Israele prepara la risposta ad Hamas dopo l’uccisione dei 3 ragazzi rapiti

martedì, 1 luglio 2014

Questo pomeriggio, alle ore 17,30 in Italia, si svolgeranno i funerali di Naftali Frenkel, Gilad Shaar e Eyal Yifrach, i  tre ragazzi israeliani rapiti a inizio giugno e ritrovati uccisi nei pressi della città palestinese di Halhul. Naftali Frenkel, Gilad Shaar e Eyal Yifrach saranno sepolti vicini nel cimitero di Modi’in, città natale dei tre giovani israeliani. Il primo ministro Benjamin Netanyahu, che parteciperà ai funerali, ha dichiarato come il delitto sia opera di Hamas, che dovrà pagare il conto per il crimine commesso. Hamas ha smentito di aver organizzato il rapimento e l’uccisione dei tre ragazzi. Nella serata di ieri, dopo il ritrovamento dei corpi, l’esercito israeliano ha compiuto una trentina di raid a Gaza, ma i bombardamenti sono stati effettuati in realtà per rispondere ai consueti lanci di razzi, 18 ieri come riferisce la Bbc, che partono dalla striscia governata da Hamas. Per il momento le truppe israeliane sono entrate ad Halhul, la città palestinese dove sono stati ritrovati i corpi dei tre ragazzi rapiti, ed hanno fatto saltare in aria le case di due militanti di Hamas, Ayoub al-Kawasma e Abu Aisheh, sospettati di aver ucciso Naftali Frenkel, Gilad Shaar e Eyal Yifrach. La  vera risposta di Israele viene ancora discussa all’interno del governo Netanyahu. Secondo il quotidiano Haaretz l’esecutivo si sarebbe diviso. Il ministro Naftali Bennett, leader del partito più vicino al movimento dei coloni, avrebbe palesato la sua contrarietà al piano militare presentato dallo stato maggiore dell’esercito israeliano per rispondere al delitto dei tre ragazzi. Come scrive l’agenzia Ansa sul suo sito, “il capo di stato maggiore Benny Gantz e gli altri ufficiali dell’esercito avrebbero proposto un attacco alle strutture di Hamas nella Striscia. Inoltre si sarebbe pensato di continuare le operazioni contro le strutture civili di Hamas in Cisgiordania e di ricerca dei rapitori”. Misure giudicate troppo deboli da Bennett, che invece avrebbe chiesto otto azioni, tra cui alcune giudicate come capaci di scatenare una vera e propria guerra con Hamas. Una prospettiva bocciata dal ministro della Difesa Moshe Yaalon, ex generale ora esponente di spicco del Likud, ma che non spaventerebbe  Bennett. Il leader di “La casa ebraica” avrebbe rimarcato l’inevitabilità di una guerra con Gaza nel breve periodo. ” Tanto alla fine avremo una guerra con Gaza. E’ meglio che a cominciarla siamo noi’. Secondo le ricostruzioni di Haaretz gli altri ministri avrebbero rilevato elementi di debolezza nella risposta contro Hamas, ma si sarebbero schierati contro l’ipotesi di una vera e propria guerra contro il territorio governato dall’organizzazione fondata da Ahmed Yasin. 

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