Per la “Fortezza Italia” una spesa 7 volte maggiore dell’aiuto ai rifugiati

mercoledì, 9 luglio 2014

Pubblico questo articolo del “Redattore sociale”.

 

Amnesty International, nel rapporto “Il costo umano della Fortezza Europa: le violazioni dei diritti umani nei confronti dei migranti e dei rifugiati alle frontiere d’Europa” pubblicato oggi, denuncia la situazione dei migranti alle frontiere dell’Europa, e condanna gli Stati europei che spendono più denaro nella difesa delle frontiere che non nella protezione dei richiedenti asilo. “Nella loro determinazione a isolare le proprie frontiere, l’Unione europea e i suoi stati membri stanno mettendo a rischio la vita e i diritti dei rifugiati e dei migranti” dichiara Amnesty. E attraverso il rapporto mostra come le politiche in materia d’immigrazione dell’Ue e le prassi di controllo delle frontiere impediscano ai rifugiati di accedere all’asilo politico, mettendo a rischio le loro vite nel corso di viaggi sempre più pericolosi tInfatti, a fronte dei maggiori ostacoli per raggiungere l’Europa via terra, rifugiati e migranti prendono rotte marittime più pericolose verso la Grecia e l’Italia. Ogni anno centinaia di persone muoiono nel tentativo di raggiungere le sponde dell’Europa. Sono più di 400 le persone che hanno perso la vita nel 2013 e solo nei primi mesi del 2014 più di 200 persone sono morte nelle acque del mar Mediterraneo e dell’Egeo.”La responsabilità per la morte di coloro che cercano di raggiungere l’Ue è una responsabilità collettiva. Altri stati membri dell’Ue possono e devono seguire l’esempio dell’Italia e impedire alla gente di annegare in mare rafforzando gli sforzi di ricerca e soccorso nel Mediterraneo e nell’Egeo” ha affermato John Dalhuisen, direttore del Programma Europa e Asia centrale di Amnesty International. “Le tragedie umane che si svolgono ogni giorno ai confini dell’Europa non sono né inevitabili, né fuori dal controllo dell’Ue. Molte sono ad opera dell’Ue. Gli stati membri dell’Unione europea devono, finalmente, cominciare a mettere le persone prima delle frontiere”.

Amnesty denuncia infatti l’uso massiccio di risorse, spese ogni anno dagli Stati membri per recinzioni, sistemi di sorveglianza sofisticati e pattugliamento delle loro frontiere a cui non corrisponde uno sforzo uguale nell’accoglienza dei richiedenti asilo. L’Ue ha speso quasi 4 miliardi di euro per proteggere le sue frontiere esterne tra il 2007 e il 2013, di cui 700 milioni di euro (17%) per il miglioramento della situazione di richiedenti asilo e rifugiati all’interno dell’Ue, nello stesso periodo. Ma per alcuni paesi di frontiera il rapporto è molto più sbilanciato: la Spagna ha speso in questi anni 289 milioni di euro per proteggere le sue frontiere, ma solo 9,3 per i rifugiati, vale a dire 31 volte meno. L’Italia, a fronte di una spesa di 250 milioni per difendere i confini ne ha corrisposti solo 36 nella presa in carico dei migranti e richiedenti asilo, ossia 7 volte meno. Per la Bulgaria e la Grecia il rapporto è di circa 10 a 1. “L’efficacia delle misure europee per arginare il flusso di immigrati irregolari e rifugiati è, nella migliore delle ipotesi, discutibile. Nel frattempo, il costo in vite umane e sofferenza è incalcolabile e viene pagato da alcune delle persone più vulnerabili del mondo” continua Dalhuisen. Rifugiati e migranti che riescono ad arrivare alle frontiere dell’Ue rischiano inoltre di essere subito respinti indietro. Amnesty International ha documentato respingimenti dagli agenti di frontiera in Bulgaria e, in particolare, in Grecia. I respingimenti sono illegali, negare alle persone il diritto di chiedere asilo, generalmente include violenza e, a volte, mette persino in pericolo di vita. Ed i respingimenti non avvengono solo ai confini sud orientali dell’Ue. Nel febbraio del 2014, la guardia civile spagnola ha aperto il fuoco con proiettili di gomma, cartucce a salve e gas lacrimogeni contro i circa 250 migranti e rifugiati arrivati a nuoto dal Marocco lungo la spiaggia verso Ceuta, l’enclave spagnola in Africa del Nord. Quattordici persone hanno perso la vita. Ventitre persone che sono riuscite a raggiungere la spiaggia sono state immediatamente respinte, apparentemente senza accesso a qualsiasi procedura formale di asilo.
“Quasi la metà di coloro che cercano di entrare nell’Ue irregolarmente sono in fuga da conflitti o persecuzioni in paesi come la Siria, l’Afghanistan, la Somalia e l’Eritrea. I rifugiati devono essere dotati di maggiori possibilità di entrare nell’Ue in modo sicuro e legale affinché non siano costretti a intraprendere viaggi pericolosi, in prima istanza”.
In un indicatore significativo delle priorità relative, L’Ue e gli stati membri stanno inoltre finanziando e cooperando con i paesi vicini, come la Turchia, il Marocco e la Libia, per creare una zona cuscinetto intorno all’Ue nel tentativo di fermare migranti e rifugiati prima ancora che raggiungano i confini dell’Europa. Allo stesso tempo stanno chiudendo un occhio sulle violazioni dei diritti umani che migranti e rifugiati soffrono in questi paesi.
“I paesi dell’Ue praticamente stanno pagando i paesi confinanti per sorvegliare i confini al posto loro. Il problema e’ che molti di questi paesi sono spesso incapaci di garantire i diritti dei rifugiati e dei migranti che restano intrappolati lì. Molti diventano poveri, vengono sfruttati e vessati e non possono accedere all’asilo”.

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