L’eccessivo e infondato attacco del “Fatto” contro Maria Elena Boschi “solo chiacchiere e apparenza”

venerdì, 11 luglio 2014

Le riforme del Senato e del Titolo V promosse dal governo Renzi hanno superato lo scoglio della commissione Affari costituzionali, e lunedì prossimo verranno esaminate dall’aula di Palazzo Madama. Per “festeggiare” questo risultato il “Fatto Quotidiano” di venerdì 11 luglio ha dedicato un attacco al vetriolo contro il ministro delle Riforme Maria Elena Boschi. Secondo la giornalista del “Fatto” Daniela Ranieri con la Boschi “il renzismo è riuscito dove il berlusconismo ha fallito: dare credibilità istituzionale alla mera apparenza”. I giudizi sono molto severi, e l’articolo è scritto in un tono sprezzante e livoroso davvero eccessivo. ” Per ora ciò che offre, nonostante il suo (?) slogan “voglio essere giudicata per le riforme e non per le forme” non va oltre alla sua immagine e una certa permalosità alla critiche”, scrive la Ranieri all’inizio del pezzo, per poi proseguire una litania di attacchi contro ” un potere pieno di donne gradevoli, ma dopo 6 mesi ancora troppo istituzionalmente trasparenti e teleguidate dal carisma di un premier maschio nel senso biologico e nell’altro”. L’avvenenza non è una categoria politica per il “Fatto”, ma pare una colpa, visto che la Boschi viene definita “fisiologicamente speculare alla Santanché”, con un passaggio che sfiora il sessismo (più bieco) sulla “differenza implicita” tra il ministro delle Riforme e “le donne di quel regno burlesco di Berlusconi”. Il “Fatto” preferisce Lombroso ad una critica di merito sulle riforme promosse dalla Boschi, come ha fatto nei giorni scorsi con i 10 punti di Travaglio che automaticamente vengono squalificati da una simile scivolata. Maria Elena Boschi è giovane e bella, ma queste caratteristiche non sono un elemento di giudizio sul suo lavoro. Il ministro insieme al governo è riuscita a costruire un accordo sulle riforme che appare un indubbio merito, al di là del giudizio, positivo o negativo, sulle stesse. Aver conquistato la fiducia di Matteo Renzi, uno dei leader più inquieti nella scelta dei suoi collaboratori più stretti, come rivela la lunga teoria di numeri 2 depennati, appare un altro elemento a favore del lavoro della Boschi, sottoposto ad un’ossessione mediatica che il ministro gestisce piuttosto bene. A differenza di tanti altri colleghi e colleghe, giovani o più maturi, e il successo sulla stampa e in TV rappresenta un titolo di merito in una fase politica così influenzata dai media. L’attacco del “Fatto” appare una caduta di stile,  un danno autoinflitto alla  battaglia contro le riforme costituzionali troppo “autoritarie” che meriterebbe qualche contenuto in più rispetto alla “Boschi velina di Renzi”. Maria Elena Boschi è passata in poco più di un anno da giovanissima e sconosciuta parlamentare a ministro più seguito dai media, responsabile della riforma più rilevante promossa dal governo Renzi. In questi mesi è diventata uno dei volti simbolo del PD capace di arrivare al 40,8% grazie al grande consenso degli italiani. Questi sono meriti che vanno riconosciuti, anche se le riforme costituzionali o l’intera attività del governo Renzi piacciono poco. La critica del “Fatto” assomiglia agli attacchi sprezzanti contro Grillo “comico capace di dire solo barzellette”, una caduta da parte di uno dei quotidiani più rilevanti della nostra stampa.

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