La Lettonia sulla Mogherini: “In Europa serve una visione alternativa all’occupazione russa”

martedì, 15 luglio 2014

L’ambasciatore lettone Karlis Eihenbaums, portavoce del ministro degli Esteri del paese baltico, spiega al “Corriere della Sera” di martedì 15 luglio 2014 i diversi dubbi sulla candidatura di Federica Mogherini a guida della politica estera UE. Il ministro degli Affari esteri italiano è la candidata dei socialisti europei, ma diversi paesi dell’Est, in primis la Polonia e il gruppo delle nazioni baltiche, contestano questa nomina vista l’eccessiva vicinanza dell’Italia alla Russia. Eihenbaums, in linguaggio abilmente diplomatico, esprime forti perplessità su un’Europa che rinunci a fornire una “visione alternativa all’occupazione russa. Credo sia giunto per l’Unione Europea il tempo di abbandonare le strategie interne e affidarsi a personalità che abbiano il coraggio di difendere un ordine di valori. Senza, anche i calcoli economici diventano sterili”. Un passaggio che esprime una forte critica all’Italia, ma anche al resto dei paesi europei, che hanno mantenuto una linea troppo morbida sulla Russia per tutelare gli ingenti investimenti, in particolar modo energetici, che legano il Vecchio Continente a Mosca. ” Nel XXI secolo, nel cuore del continente, la Russia ha recuperato l’occupazione territoriale come strumento per affermare la propria egemonia. L’Europa saprà opporre una visione alternativa, forte, democratica, moderna? E’ anche questo di identità che cercano i milioni di cittadini attratti dai partiti anti europeisti”. L’intervista dell’ambasciatore Eihenbaums precede il vertice del Consiglio europeo di mercoledì 16 luglio, che dovrebbe nominare l’Alto rappresentante dell’Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza, il vice presidente della Commissione UE che ne guiderà la diplomazia. I paesi dell’Est Europa sostenevano la candidatura del ministro degli Esteri polacco Sikorski, che si è particolarmente impegnato nella crisi ucraina. Sikorski è un esponente del Ppe, mentre Angela Merkel sembra propensa a garantire ai socialisti l’incarico finora svolto da Catherine Ashton. I capi di stato e di governo dell’UE che si troveranno domani al Consiglio europeo cercheranno di trovare un accordo che contemperi le esigenze di rappresentanza politiche così come territoriali, visto che i paesi dell’Est reclamano un incarico apicale in questa nuova tornata di nomine. Una mediazione sarà probabilmente trovata, anche se l’ambasciatore lettone ha rimarcato come l’affidamento dell’incarico alla Mogherini non sia scontato. I dubbi e le perplessità dell’Est Europa sull’Italia e i grandi paesi, inclusa la Germania, troppo accondiscendenti verso la Russia sono numerosi e consolidati, una linea di frattura esistente in realtà da ormai molto tempo e non risolta nel processo di integrazione. Già più di 10 anni fa Donald Rumsfeld, segretario della Difesa dell’amministrazione Bush, parlò di nuova e vecchia Europa in merito alle divisioni sulla guerra in Iraq. La crisi economica e la maggior aggressività della Russia di Putin hanno riproposte rilevanti differenze strategiche all’interno dell’UE, che certo non verranno risolte dall’accordo su un incarico in realtà più prestigioso che sostanziale come quello dell’Alto rappresentante dell’Unione.

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