Rosy Bindi: La possibile “rottamazione” della Costituzione è una china pericolosa

venerdì, 18 luglio 2014

La presidente della commissione Antimafia Rosy Bindi rompe il suo piuttosto lungo silenzio mediatico, e concede un’intervista al “Fatto Quotidiano” di venerdì 18 luglio 2014 dai contenuti molto critici sulle riforme istituzionali del governo Renzi. La Bindi rimarca come nella nuova fase politica si siano “rottamate” le persone ed ora si rischi di “rottamare” i principi della Costituzione. Una china pericolosa, denunciata dall’esponente del PD in merito soprattutto all’apertura “presidenzialista” fatta dal ministro Maria Elena Boschi in un’intervista al quotidiano “Avvenire”. “Ho sentito dire dal ministro Boschi, a proposito del presidenzialismo, che è un tema che si affronta dopo. Quella discussione non esiste, non si deve aprire nè prima nè dopo”, rimarca la deputata del PD. Rosy Bindi sottolinea un aspetto già rimarcato dal suo collega D’Attorre due giorni fa nell’assemblea dei gruppi parlamentari, ovvero che il testo delle riforme costituzionali che il Senato licenzierà sarà rivisto alla Camera dei Deputati”. La Bindi spiega come il messaggio semplice scelto da Matteo Renzi per spiegare la riforma del bicameralismo perfetto e contemporanea diminuzione dei parlamentari vada “dritto al cuore di una società disillusa, senza più voglia di partecipare, disposta all’obiettivo minimo: sarà una riforma purchè ci sia”. Le perplessità della Bindi sull’impianto della riforma sono numerose, anche se la sua denuncia – il quotidiano titola sulla sua intervista”Renzi rottama la Costituzione” in prima pagina – appare più rivolta ad un’ulteriore virata presidenzialista dell’attuale discussione. Le perplessità maggiori della Bindi sembrano infatti concentrarsi sull’Italicum, uno “strumento iper-maggioritario che trasforma il bipolarismo in bipartitismo e concede al leader del partito vincente poteri soverchianti. Fa il governo, guida il partito, elegge il capo dello Stato, e, attraverso il Parlamento, elegge la Corte Costituzionale e il Csm. Assomiglia molto ad un presidenzialismo di fatto”. Secondo la Bindi la protesta contro queste riforme non è vigorosa come ai tempi delle battaglie contro i tentativi di trasformazione della Carta di Silvio Berlusconi perché si è consumata “l’energia del dissenso”. La deputata PD rimpiange anche l’assenza di “maestri” come Donzetti, Scalfaro e Ingrao che guidarono le battaglie contro le riforme di Berlusconi. Rosy Bindi sottolinea infine come la sua intervista al “Fatto” non sia da intendersi come “una voce contro Renzi, un premier che ha saputo conquistare l’Italia e merita aiuto e rispetto”.

I commenti sono chiusi.

I commenti di questo blog sono sotto monitoraggio delle Autorità. Ti preghiamo di mantenere i toni della discussione entro i limiti di buona educazione e netiquette in essere come regole del blog. Inoltre usa con moderazione i seguenti comandi di formattazione testo.