Modifiche al “Non Statuto” e avviare un congresso regolare, con la creazione di organismi dirigenti e di controllo. Il deputato Tommaso Currò, uno dei cosiddetti “dissidenti”, ha chiesto la trasformazione del Movimento 5 Stelle in un’organizzazione partitica tradizionale al fine di mettere in discussione l’ascesa alla leadership di Luigi Di Maio, assurto a guida del M5S su decisione di Gianroberto Casaleggio. “Visto che c’è una leadership conclamata, con un segretario in pectore, si prenda atto che le cose sono cambiate e si faccia un percorso diverso. Ci sia una revisione dello statuto, poi una fase partecipata verso un congresso, con organismi dirigenti e di controllo”, spiega il deputato pentastellato alla “Repubblica” di lunedì 21 luglio 2014. Currò rimarca come ormai il M5S sia diventato un partito, e come sia giunto il tempo di dare una legittimazione a chi assumerà la guida del Movimento. Secondo il deputato il nuovo ruolo assegnato al vice presidente della Camera ” disattende i principi dei cinquestelle, perchè siamo di fronte ad una leadership non legittimata da nessuno: nè dai parlamentari, nè dagli attivisti che lavorano sul territorio. Questa iniziativa è stata fatta per un aspetto meramente mediatico”. Il “Non Statuto” del M5S indica il Movimento come “una piattaforma ed un veicolo di confronto e di consultazione che trae origine e trova il suo epicentro nel blog www.beppegrillo.it“. Nessuno organismo legittimato da norme di organizzazione interna in cui prendere decisione, se non il blog stesso di Beppe Grillo, dove si tengono le votazioni online.Currò rimarca come la guida del M5S affidata a Di Maio sia stata una decisione presa in modo apparente da Grillo, Casaleggio e dal gruppo comunicazione pentastellato. ” Il gruppo della comunicazione è sempre stato al servizio di pochi, di chi funzionava mediaticamente. C’è questo ulteriore cerchio magico della comunicazione che serve a sostenere il percorso espositivo di Di Maio”.