D’Attorre il combattente e reduce evoca la sindrome di Tafazzi

giovedì, 24 luglio 2014

Non mi è piaciuto il modo in cui Alfredo D’Attorre, reduce con Bersani da una sconfitta politica su cui non abbiamo ancora meditato il necessario, si è messo di lato al fiume per aspettare il passaggio del cadavere di Renzi. Oggi su “Repubblica” prende in giro chi minaccia elezioni anticipate in caso di fallimento della riforma del Senato. Sostiene D’Attorre che a quelle elezioni il Pd di Renzi arriverebbe debolissimo e che quindi minacciarle equivale a un comportamento alla Tafazzi. Non credo, ma può anche darsi, concediamoglielo. Resta la domanda: è questo il modo di affrontare una battaglia politica? O è solo revanscismo di un giovane nostalgico?
Non ho votato Renzi alle primarie e neanche mi sono allineato dopo, perché mantengo molte perplessità sul suo metodo di comando e sulla sua disinvoltura tattica. Ma a sinistra una cosa dovremmo avercela chiara, a proposito di sindrome Tafazzi: oggigiorno in caso di caduta di Renzi ci ritroveremmo con la destra peggiore all’arrembaggio di un’Italia messa sempre peggio.

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