L’ostruzionismo è impopolare e Renzi ne approfitterà

giovedì, 24 luglio 2014

Nei primi giorni di esame da parte dell’aula di Palazzo Madama il disegno di legge costituzionale che supera il bicameralismo perfetto, trasforma il Senato della Repubblica in Senato delle Autonomie e riforma il Titolo V non è praticamente avanzato. L’ostruzionismo praticato da Movimento 5 Stelle e Sinistra Ecologia e Libertà in primis sta funzionando, favorito anche dalle scelte di Pietro Grasso. Il presidente della Camera Alta, con più di un motivo, non ha ritenuto opportuno per il momento tagliare i tempi della discussione su un provvedimento così importante, che cambia decine di articoli della Carta costituzionale. Il Partito Democratico ha attaccato la conduzione della presidenza del Senato, esacerbando però i toni in modo inopportuno. Al momento infatti l’ostruzionismo costituisce un grosso regalo a Matteo Renzi, non un ostacolo. L’opinione pubblica è perplessa su alcuni punti di queste riforme –  le liste bloccate dell’Italicum così come la non elettività del Senato, oppure l’immunità  – ma non vede alcuna “svolta autoritaria” nel rafforzamento del potere esecutivo e nel superamento del bicameralismo perfetto. La riduzione del numero dei parlamentari, così come il risparmio sui loro compensi, sono punti marginali ma unanimemente condivisi fuori dal “Palazzo”. Il cambiamento promesso ed incarnato dal governo Renzi è assai popolare, come dimostrano oggi i sondaggi e solo “ieri” i risultati delle elezioni europee. Per questo motivo chi si vuole opporre a queste riforme dovrebbe puntare sulle numerose contraddizioni che albergano nella maggioranza che le sostiene, e tentare modifiche dove sono maggiori le sofferenze. Uno Stato più efficiente, capace di prendere decisioni con maggior velocità è un obiettivo apprezzato dagli italiani, che invece non condividono per nulla scelte puramente ostruzionistiche, come gli 8 mila emendamenti presentati al Senato. La paralisi provocata per votar testi quali ” Al comma 1, capoverso «Art. 55», sostituire, ovunque ricorrano, le parole: «Camera dei deputati», con le seguenti: «Curia degli eletti»” provocano disgusto e fastidio per la politica. Un sentimento che Renzi ha dimostrato in questi mesi di saper sfruttare benissimo, anche ora è che il simbolo stesso del potere invece che un “esterno” che ne denuncia le distorsioni. L’ostruzionismo “duro” praticato dal M5S in questo primo anno di presenza parlamentare non ha pagato a livello elettorale, come ha dimostrato il passo indietro delle europee così come la nuova voglia di dialogo impressa da Casaleggio e simboleggiata da Luigi Di Maio. Praticarlo ancora in modo oltranzista significherebbe regalare cospicui consensi a Matteo Renzi, che da quando è diventato presidente del Consiglio si è dimostrato imbattibile nel cogliere i movimenti dell’opinione pubblica.

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