Il direttore generale di Expo indagato per i “contratti di Maroni”

venerdì, 25 luglio 2014

Christian Malangone, il direttore generale di Expo 2015, è stato indagato dalla procura di Busto Arsizio per concussione indebita nelll’ambito dell’indagine relativa ai contratti di consulenza stipulati dalla società che organizza l’esposizione universale a Milano e da Eupolis con due collaboratrici di Roberto Maroni. Il presidente della Lombardia è stato indagato insieme al suo capo segreteria, Giacomo Ciriello, per aver favorito, così l’accusa dei magistrati, l’assunzione di Mara Carluccio e Maria Grazia Paturzo, così garantendo loro indebite utilità economiche: 29.500 euro annui per Carluccio da «Eupolis», e 5.147 al mese per due anni per Paturzo da «Expo 2015 spa». Il “Corriere della Sera” di venerdì 25 luglio spiega come il capo d’accusa nei confronti di Malangone dipenda dalla modifica al reato di concussione introdotto dalla legge Severino, tema molto dibattuto in occasione della recente assoluzione di Silvio Berlusconi nel processo Ruby. ” Il dirigente Expo «indotto» dalle pressioni di Maroni è ipotizzato dai pm appunto in Malangone… Finché esisteva la vecchia concussione che comprendeva sia quella per costrizione sia quella per induzione, chi subiva le pressioni concussive non era punibile. A fine 2012, però, la legge Severino ha distinto dalla «concussione per costrizione» il nuovo reato di «induzione indebita», che sulla scia di rilievi europei determina anche la punibilità dell’«indotto» che nel cedere alle pressioni ricavi comunque un qualche vantaggio: ed è questa la contestazione mossa al direttore generale di Expo”.

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