Lo spot censurato dei pacifisti israeliani che rende furiosa la destra

venerdì, 25 luglio 2014

IBA, la TV e Radio pubblica israeliana, ha rifiutato di trasmettere un spot realizzato dall’organizzazione pacifista B’Tselem dove sono elencati i nomi dei bambini morti durante l’invasione di Gaza effettuata durante l’operazione “Protective Edge”. La radio pubblica ha motivato la sua decisione di non diffondere questo spot alla luce della sua “controversia politica”, rimarcando come un simile contenuto fosse di tipo informativo e non pubblicitario. B’Tselem ha realizzato questo video per incoraggiare un dibattito pubblico sul tema delle vittime dell’operazione “Protective Edge”, e sul suo sito l’organizzazione pacifista che documenta le violazioni dei diritti umani nei Territori occupati evidenzia come “il rifiuto non sia affatto neutrale. La decisione di non trasmettere lo spot è una significativa dichiarazione in favore del silenziamento del dibattito pubblico sul massiccio prezzo che i civili di Gaza stanno pagando per questa operazione”. B’Tselem ha reagito alla “censura” diffondendo il video sulla sua pagina Facebook e sugli altri canali social, così raggiungendo un numero significativo di visualizzazioni. I principali giornali israeliani stanno inoltre riferendo dello spot non trasmesso dalla Radio pubblica del paese, IBA.

Il direttore esecutivo di B’Tselem Hagai El-Ad ha evidenziato come i media israeliani non stiano diffondendo i nomi delle vittime palestinesi. «Per portare il pubblico a conoscenza di questi fatti abbiamo dovuto realizzare uno spot radiofonico noi stessi. La nostra richiesta però è stata bocciata in base all’ipotetica asserzione che gli organi di informazione debbano trasmettere i nomi. Il risultato di questo ragionamento circolare è che un tema così urgente ed importante sui diritti umani sia stato effettivamente silenziato e cancellato dai media, sia nelle trasmissioni di informazione e sia nella pubblicità radiofonica”.

 

et our request was denied based on the hypothetical claim that the newscasts should broadcast the names. The result of this circular reasoning is that a human issue of utmost, urgent public importance has been effectively silenced and erased from the public sphere, both in newscasts and in radio advertising.”

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