Da Tavecchio a Percassi nel calcio troviamo il potere anti-sistema

sabato, 26 luglio 2014

Siccome resto convinto che l’avvenimento italiano più significativo dell’anno resti la finale di Coppa Italia all’Olimpico del 3 maggio scorso, dove si rivelò il potere dell'”altra Italia” e l’impotenza dello Stato, vi consiglio di seguire con attenzione i movimenti dei potenti del calcio. Ieri l’uomo forte della Federcalcio, Carlo Tavecchio, ha esternato con linguaggio primitivo su stranieri e banane, rivelando il suo livello culturale. Pochi giorni fa Antonio Percassi, presidente dell’Atalanta, si è presentato fra i tifosi di una curva già minacciosa di per sé a bordo di un aereo da guerra Mig. Metteteci pure il laziale Claudio Lotito che vuole entrare in politica. Questo è il genere di classe dirigente espresso da un mondo cui fa riferimento una gioventù per metà disoccupata e relegata in condizioni di miseria culturale. La galassia che si è ritrovata a Scampia per i funerali di Ciro Esposito il 27 giugno scorso, tanto per intendersi (una manifestazione degna e pacifica che però mi fece molta paura). Di fronte a questa Italia sconosciuta e di fronte ai potenti che la rappresentano (almeno quelli che si vedono, poi ce ne sono altri ancora più inquietanti) le istituzioni dello Stato ammutoliscono. Non c’è Renzi e non c’è Grillo in grado di parlare a questo popolo. Un tempo ci poteva riuscire Berlusconi, oggi neanche lui.
Ecco, io vedo qui, nel mondo del calcio e in tutto ciò che nasconde, un vero pericolo per la democrazia. Altro che riforma del Senato. Provatevi a governare la società a partire dalle società calcistiche, dalle curve degli stadi e da tutta la galassia più o meno legale che gli ruota intorno.

I commenti sono chiusi.

I commenti di questo blog sono sotto monitoraggio delle Autorità. Ti preghiamo di mantenere i toni della discussione entro i limiti di buona educazione e netiquette in essere come regole del blog. Inoltre usa con moderazione i seguenti comandi di formattazione testo.