I dolori di Elsa Fornero

lunedì, 28 luglio 2014

Elsa Fornero ha subito un profondo travaglio a causa della sua esperienza di governo, tanto da dover “gestire il tempo” per evitare di finire dallo psicologo. Oppure di aver bisogno, in senso metaforico ma non troppo, di una rincuorante telefonata di Enrico Letta, all’epoca appena nominato presidente del Consiglio, per evitare di prendere un sonnifero. Un ritratto di una persona sola e affranta, scossa dalle numerose critiche, dai tanti insulti, dall’ostilità crescente ricevute a causa delle sue riforme, in primis quella previdenziale, che sono state alla base del crollo di popolarità del governo Monti. Questa è l’immagine che esce di Elsa Fornero nell’intervista concessa al “Fatto Quotidiano” di domenica 27 luglio, in cui l’ex ministro ha ripercorso la sua casuale entrata al governo, il disagio del suo anno e mezzo alla guida del dicastero del Lavoro e del Welfare, e la sofferenze che ne è conseguita. Elsa Fornero è poi particolarmente critica nei confronti di Mario Monti, che ha votato, come già aveva dichiarato prima delle elezioni del 2013, responsabile di averla abbandonata e di non averla difesa mentre su di lei piovevano continue critiche. L’economista si definisce come San Sebastiano, trafitta e sanguinante, mentre nessuno la difendeva.  Il ministro della riforma previdenziale più rilevante fatta dal nostro paese negli ultimi 15 anni contesta l’utilizzo della parola esodati, che secondo lei rappresenta la “ferita per un uso strumentale di un problema che va seguito negli anni. Questo vocabolo racchiude quelli che sono usciti con incentivi e quelli che sono in mobilità. Il mio auspicio era creare un mercato del lavoro per giovani, donne e cinquantenni”. In merito all’articolo 18, modificato dalla riforma del mercato del lavoro – ora rivista dal governo Renzi col decreto Poletti – Elsa Fornero spiega di aver modificato  l’articolo 18 per livellare il rapporto tra le generazioni, per ridurre le cause di lavoro. Non l’ho ucciso. Adesso vogliono maggiore flessibilità, adesso le critiche non esistono”. L’intervista al “Fatto” ha diversi passaggi che rimarcano il disagio personale della Fornero, espresso in toni eccessivamente patetici in alcuni casi. Il ricordo delle cene in solitaria presso una caserma dei carabinieri, dove alloggiava a Roma durante la sua esperienza di governo (la mensa chiudeva presto. Il carabiniere Pasquale, però, mi lasciava sempre un piattino di prosciutto o di bresaola, una pagnottella di pane, la cicoria romana: adoro quella verdura). la decisione di entrare al governo con tanto di benedizione di un sacerdote incontrato all’aeroporto, oppure i rapporti travagliati con i politici, definiti cinici. Unica consolazione: una telefonata di Enrico Letta che le rimarca come grazie alle sue riforme l’Italia sia “ancora in Europa”. Grazie a quella telefonata la Fornero è riuscita a prender sonno, almeno così dice al giornalista del “Fatto”.  L’intervista completa può essere letta sul sito del “Fatto Quotidiano”, che l’ha resa disponibile dopo la pubblicazione sul giornale cartaceo di ieri.

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