Il silenzio dell’Europa sulla svolta autoritaria di Orbán in Ungheria

mercoledì, 30 luglio 2014

Il primo ministro ungherese Viktor Orbán è un problema che l’Europa ha scelto deliberatamente di ignorare in questi anni. Il partito del premier magiaro, Fidesz, fa parte del Ppe, e come spesso è capitato in questi anni, la guida politica dell’UE, Angela Merkel, così come gli esponenti popolari che sono ai vertici delle istituzioni comunitarie, Juncker e Van Rompuy, hanno preferito tacere su quanto detto e fatto da Orbán. Come riporta il Financial Times, nei giorni scorsi il primo ministro ungherese ha tenuto un discorso che poco si concilia con i criteri di Copenaghen, le condizioni previste per l’adesione di un paese all’Unione Europea. Il primo dei criteri di Copenaghen postula infatti la presenza di istituzioni stabili che garantiscano la democrazia, lo stato di diritto, i diritti dell’uomo, il rispetto delle minoranze e la loro tutela, come sancisce il Trattato UE. Nel discorso tenuto da  Viktor Orbán in Romania davanti ai leader della minoranza magiara in quel paese c’è invece stata una radicale critica al liberalismo che protegge in modo eccessivo i diritti individuali, con tanto di elogio ai modelli autoritari di governo che in questa epoca di globalizzazione hanno avuto il maggior successo economico. Secondo il primo ministro ungherese le società liberaldemocratiche non possono rimanere competitive, ed ha elogiato Cina, Turchia e Russia come esempi di successo. Paesi che non rispettano non solo i diritti individuali, ma che, in modo diverso, hanno scarso rispetto anche per quelli democratici. L’interferenza con il potere giudiziario oppure il contrasto severo all’associazionismo critico con il governo sono tratti che accomunano Pechino, Istanbul e Mosca, e sono stati rintracciabili anche a Budapest in questi anni. Come riporta “La Stampa” di mercoledì 30 luglio 2014, in un articolo di Tonia Mastrobuoni, nessuna risposta significativa è arrivata dall’UE in merito ad un discorso che ha messo in discussione l’intero progetto comunitario, basato sull’unificazione democratica e liberale di un Continente diviso dalle dittature.

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