La situazione a Gaza

mercoledì, 30 luglio 2014

La missione israeliana “Protective Edge” lanciata l’8 luglio ha colpito molto duramente la Striscia di Gaza, indebolendo sensibilmente la dotazione militare di Hamas. Fonti dell’esercito israeliano indicano che gli gli obiettivi militari assegnati a Tsahal siano stati raggiunti, e come ora la leadeship politica debba decidere se proseguire con l’invasione di terra, iniziata il 17 luglio, oppure ritirarsi. I morti sono stati numerosi, più di mille secondo diverse fonti internazionali, tra cui sono compresi molti bambini. A Gaza manca praticamente tutto, a partire dall’elettricità e dall’acqua il cui approvvigionamento è stato impedito o fortemente danneggiato dall’offensiva israeliana. Il conto dei morti è vicino a quello dell’operazione “Piombo fuso”, durata tre settimane tra la fine del 2008 e l’inizio del 2009.  I tentativi internazionale  per raggiungere una cessazione delle ostilità sono numerosi, e coinvolgono gli Stati Uniti, che come d’abitudine sono schierati con il governo israeliano, così come diversi Stati arabi. La novità di questo conflitto è il posizionamento dell’Egitto di Al-Sisi, assai più critico nei confronti della controparte palestinese rispetto al passato. Hamas è un’organizzazione legata alla Fratellanza musulmana che il nuovo regime militare continua a contrastare con durezza. Israele ha dichiarato una tregua unilaterale di quattro ore, dalle 15 ora locale fino alle 19. Una tregua che non equivale però ad un cessate il fuoco, anche se, come ha rimarcato Shimon Peres Israele ha ormai esaurito la sua opzione militare.

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