Renzi e l’accusa di poltronismo: vuole la fine di Sel?

mercoledì, 30 luglio 2014

La chiusura dell'”Unità” è un trauma non solo per chi ci lavora ma per chiunque abbia partecipato della storia della sinistra italiana. Eppure è un segno del passaggio temporale che stiamo vivendo, in cui nulla resta più come prima. Fa paura anche a Renzi, che difatti aveva promesso di valorizzare il “brand” dell’Unità e ora promette di riaprire il giornale, sapendo che il suo Pd non può correre il rischio di umiliare troppo la militanza di sinistra in questo paese.
Mi chiedo se invece Renzi abbia un disegno preciso circa il destino di Sel, ovvero delle forze minoritarie organizzate alla sinistra del Pd. L’infelice e volgare allusione al fatto che gli ostruzionisti del Senato “lo fanno per la poltrona” -una frase che richiama il proverbio “chi lo dice sa di esserlo”- andrebbe meglio esplicitata. In quel caso, sfrondata dal suo tono demagogico e inurbano, se ne coglierebbe la sostanza politica. A me sembra chiaro che Renzi si riferisce a Vendola e alla rappresentanza parlamentare di Sel che si vedrebbe esclusa dalla futura Camera se entrasse in vigore l’Italicum con la soglia di sbarramento all’8%. In pratica si sta giocando una scelta stretegica. Forzare l’architettura istituzionale nel senso di un bipolarismo simile al bipartitismo? Puntare a una marginalizzazione delle ali estreme, dopo il flop della lista Ingroia e il risicato 4% della lista Tsipras?
E’ evidente il logoramento sofferto da Sel e dalla stessa leadership di Vendola, ma puntare sulla sua soppressione, in una logica di grande potenza, potrebbe rivelarsi un calcolo molto arrischiato per Renzi.

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