Il nuovo appello di Umberto Veronesi per la legalizzazione della marijuana

venerdì, 8 agosto 2014

Umberto Veronesi rilancia la sua storica battaglia per la legalizzazione della cannabis. Una posizione che il noto oncologo lanciò quando svolse l’incarico di ministro della Sanità nel secondo governo Amato, dal 2000 al 2001. All’epoca le posizioni di Veronesi erano minoritarie, mentre oggi la situazione, benché non capovolta, è diventata più favorevole per chi reputa un errore il proibizionismo, quantomeno nei confronti delle droghe leggere. Il prestigioso oncologo lancia un appello dal settimanale “L’Espresso”, e rimarca come la battaglia per la legalizzazione della cannabis abbia assunto una nuova forza dopo la svolta pro marijuana del New York Times. ” Il cambio drastico di una linea editoriale che aveva fino a ieri appoggiato il proibizionismo è infatti lo specchio di un’ evoluzione mondiale verso la liberalizzazione delle droghe leggere, che ultimamente ha accelerato le sue tappe”. Veronesi cita a questo proposito la rivoluzionaria legge introdotta dall’Uruguay, che ha legalizzato completamente la cannabis assumendo il compito della sua produzione e distribuzione. Negli Stati Uniti dopo le vittorie referendarie negli stati di Washington e Colorado nuove consultazioni popolari in Alaska, Oregon e California potrebbero portare ad un significativo aumento del numero degli americani che possono consumare legalmente le droghe leggere. Diversi stati europei hanno seguito in via più timida l’esempio olandese, ed hanno introdotto normative tolleranti in merito al consumo della cannabis. Secondo Veronesi è arrivato il momento che si faccia altrettanto anche in Italia. ” Capisco che in questo momento il Governo abbia come priorità crisi e riforme, ma le scelte etiche che possono fare dell’Italia un Paese più civile in cui vivere soprattutto per le nuove generazioni, non andrebbero sistematicamente rimandate. Spero che il movimento d’opinione mondiale a favore dell’antiproibizionismo, rilanciato dal New York Times, trovi anche qui uno spazio per il dibattito”. L’ex ministro della Sanità e senatore eletto nelle liste del PD rimarca come essere a favore della legalizzazione delle droghe leggere non significhi promuoverne l’utilizzo, che al contrario viene sconsigliato, ma non vietato visti i danni provocati dalla proibizione normativa e la sua sostanziale inefficacia. “Io mi batto pubblicamente da decenni contro il proibizionismo e in questo mio impegno ho ripetuto all’infinito che, come medico e come padre, sono un convinto oppositore di tutte le droghe, pesanti e leggere, compreso fumo e alcol, perché creano assuefazione clinica e danni spesso irreparabili e talvolta letali. Sono però altrettanto convinto che proibire e punire non serve, anzi può peggiorare la situazione. a realtà dei fatti ci dimostra che rendere la cannabis un piccolo crimine non serve affatto a ridurne il consumo e che se rendiamo criminali i consumatori di droga, li obblighiamo soltanto ad uscire dalla legalità e dal controllo, senza che smettano di drogarsi. ” Umberto Veronesi rimarca la profonda contraddizione tra uno Stato che reprime in modo così duro una sostanza come la cannabis, che al contempo guadagna tramite il Monopolio del Tabacco cifre considerevoli grazie ad una sostanza che “uccide 50 mila persone l’anno. Dove sta allora la coerenza di pensiero e che messaggio educativo pensiamo possa arrivare ai nostri ragazzi: se fumi uno spinello sei un delinquente invece se fumi un pacchetto di sigarette contribuisci alle casse dello Stato?”. 

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