L’atroce inutilità della morte nella guerra di Gaza che continua per inerzia

giovedì, 14 agosto 2014

Tanto più doloroso è misurarsi con la morte di un giornalista valoroso come Simone Camilli, e con la nobile reazione di suo padre, per il contesto in cui si è verificata. E’ come se Hamas e il governo israeliano ne avessero silenziosamente concordata un’attenuazione di intensità, al fine però di perpetuarla traendone reciproca convenienza. Hamas sbeffeggia Israele continuando a tirare razzi e dimostrando così che l’ecatombe di 1900 morti non è bastata a distruggerne il potenziale bellico. I suoi dirigenti fanno dell’intransigenza assoluta una bandiera, sottomettendo al proprio disegno di potere la popolazione civile della striscia. Netanyahu a sua volta non mira alla distruzione di Hamas, mai dichiarata come obiettivo: è il nemico più comodo per giustificare una strategia di lungo periodo che non contempla nessun accordo con l’ala moderata dei palestinesi. Così la guerra continua per inerzia senza che nessuno sia in grado di porle termine. Semplicemente si rimanda di qualche giorno, di qualche mese o di qualche anno la replica dello scontro generalizzato, sempre orrendamente uguale.

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