Stimo Angelo Panebianco pur non condividendone le idee e ho solidarizzato con lui quando l’espressione del suo pensiero gli è costata vili minacce squadristiche. Ma l’editoriale del “Corriere della Sera” dedicato alle “molte complicità occidentali” con l’estremismo islamico non è degno della sua intelligenza analitica. Mescolando raffazzonati paragoni storici con i movimenti totalitari del Novecento, le recenti castronerie grilline sul terrorismo islamico e il doppiopesismo di certa sinistra che attacca Israele minimizzando gli altri crimini perpetrati nella stessa area mediorientale, Panebianco sostiene che in occidente starebbe nascendo una quinta colonna alleata con il nemico islamista. Una forzatura che rivela la sua debolezza quando infine egli se la prende col segretario della Cei, Nunzio Galantino, colpevole di aver espresso la tesi di una Chiesa che con Francesco ha smesso di considerarsi avamposto della civiltà occidentale, rivendicando la sua alterità globale. Non va giù a Panebianco la presa di distanze di Galantino da un “fondamentalismo occidentale” contraddistinto da islamofobia. Ma il risultato della sua scivolata maccartista, a mio parere, finisce per dimostrare quanto sia centrata la diagnosi del segretario della Cei.