Don Ciotti odiato dai mafiosi perché li insidia sul loro territorio

domenica, 31 agosto 2014

Voglio bene a don Luigi Ciotti e non dimentico la volta che mi condusse a Corleone per trasmettere in diretta tv dalla prima sede di Libera confiscata alla famiglia di Toto Riina. Era il 1998, da allora il movimento di Libera si è fatto largo nelle coscienze soprattutto giovanili e ha contribuito a contrastare il predominio mafioso nei territori in cui essi gestivano il monopolio del potere. Le minacce di morte lasciate trapelare apposta dal carcere di massima sicurezza, con quel terribile paragone -l’esecuzione mafiosa di don Puglisi- purtroppo non stupiscono. Sono il messaggio di chi si è visto portare via la roba e vede prosciugarsi un consenso passivo, intessuto di rassegnato fatalismo. Ripubblico la foto di don Ciotti e papa Francesco mano nella mano perché quel giorno in cui il nuovo pontefice ha partecipato alla commemorazione delle vittime della mafia ha segnato una svolta importante, ha tolto Luigi dall’isolamento in cui parte della Chiesa italiana l’aveva costretto. Proteggerlo non è solo compito delle autorità dello Stato, dipende anche dall’impegno di tutti noi.

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