Un altro blasfemo sacrificio umano per dare spettacolo di crudeltà

martedì, 2 settembre 2014

Steven Sotloff, decapitato con oscena crudeltà, come James Foley, dagli assassini dello Stato islamico, era un giornalista americano originario di una famiglia ebraica sopravvissuta alla Shoah, buon conoscitore appassionato del mondo arabo. Cioè era un’espressione di quella civiltà cosmopolita, di quel bisogno di dialogo, contro cui l’oscurantismo necrofilo dei miliziani jihadisti scatena la sua guerra. Una guerra che fa del sangue innocente di un ostaggio il sacrificio umano declinato in versione contemporanea, quasi un agghiacciante videogioco per affascinare gli adepti e terrorizzare noi, chiamati a combatterli, a debellarli. Ribadisco il mio appello ai portavoce responsabili di un Islam bestemmiato da questi loschi predatori in cerca di potere: facciano sentire forte la loro voce di protesta. Mentre noi piangiamo un altro valoroso collega che ha onorato la missione del giornalismo.

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