Prodi: “La legge-truffa era più democratica di certe attuali proposte”

venerdì, 5 settembre 2014

L’ex presidente del Consiglio Romano Prodi è intervenuto a Trento in occasione del conferimento nei suoi confronti del premio “Alice De Gasperi: costruttori d’Europa”. A questo link si può leggere il discorso integrale del discorso svolto da Prodi. Di particolare rilievo per l’attualità è questo passaggio, dedicato alla riforma elettorale introdotta da De Gasperi per le elezioni politiche del 1953, la cosiddetta legge-truffa. ” All’Italia schiacciata dalla guerra fredda occorrevano governi resi stabili e forti da un’ampia convergenza di partiti. A questo obiettivo si orientava la proposta di una nuova legge elettorale maggioritaria, che non scattò per poche decine di migliaia di voti nelle elezioni del 1953 e che fu tanto criticata da essere definita “legge truffa”. Essa, soprattutto con gli occhi di oggi, era invece altamente rispettosa dei principi di democrazia sui quali si era fondata la Repubblica e certamente molto più efficace e democratica di molte più recenti proposte”. Il riferimento di Prodi appare indirizzato all’Italicum, la riforma elettorale licenziata in prima lettura dalla Camera dei Deputati, e poi parcheggiata al Senato della Repubblica per dissensi al momento inconciliabili all’interno delle stesse formazioni che l’hanno approvata. La cosiddetta “legge-truffa” era un correttivo maggioritario al sistema proporzionale che ha disciplinato le elezioni della I Repubblica, e prevedeva l’assegnazione del 65% dei seggi alla lista oppure al gruppo di liste collegate che avrebbe ottenuto il 50% dei consensi. Il meccanismo non scattò per poche decine di migliaia di voti nelle elezioni del 1953, e fu poi abrogato l’anno successivo. Per concorrere al premio di maggioranza si collegarono alla lista della Democrazia Cristiana diverse formazione di centro o centrosinistra, quali lo Psdi, il Pri, il Pli, la Svp sutirolese e il Partito sardo d’azione.

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