Ocse: in Italia l’istruzione è sotto la media dei paesi avanzati

martedì, 9 settembre 2014

L’Ocse, l’Organizzazione per la cooperazione e per lo sviluppo economico, ha diffuso un’analisi sul livello dell’istruzione nei paesi industrializzati. L’Italia, come da diverso tempo, rimane in fondo alla graduatoria dei Paesi con i migliori livelli di istruzione. Il report “Uno sguardo sull’Istruzione 2014: indicatori Ocse” rileva miglioramenti registrati nel nostro sistema educativo, che però non hanno modificato una situazione complessiva che rimane sotto la media europea o dei paesi industrializzati. Una situazione difficile da invertire, visto che tra i 34 Paesi Ocse presi in esame, l’Italia è l’unico che registra una diminuzione della spesa pubblica per le istituzioni scolastiche tra il 2000 e il 2011 (-3%, la media Ocse registra +38%). Il rapporto registra che tra il 1995 e il 2011 la spesa per studente nella scuola primaria, secondaria e post secondaria non terziaria è diminuita del 4%. Un calo che è stato contenuto dalla crescita della spesa privata. Nonostante alcuni trend positivi registrati negli ultimi anni, l’Ocse rimarca come ” i giovani italiani hanno livelli d’istruzione inferiori ai loro coetanei della maggior parte degli altri Paesi. Nel 2012, la percentuale di 25-34enni in Italia senza diploma del secondario superiore (28%)  era la terza più alta dei Paesi EU21, dopo Portogallo (42%) e Spagna (35%) ed era molto più alta rispetto alla media dell’OCSE del 17,4% e alla media del 15,7% degli EU21. Nel 2012, il tasso di laureati tra i 25-34enni è stato il quartultimo dei Paesi dell’OCSE e del G20  con dati disponibili (per i tassi di laureati l’Italia si colloca al 34° posto su 37 Paesi). In media, i tassi di laureati hanno registrato un maggiore aumento nei Paesi dell’OCSE (+13,2 punti  percentuali) rispetto all’Italia (+11,8 punti percentuali) tra il 2000 e il 2012, partendo da un livello più  alto (26% di laureati in media nei Paesi dell’OCSE rispetto all’11% in Italia nel 2000). Sebbene le donne siano chiaramente sottorappresentate tra i nuovi laureati in alcune discipline, quali informatica (con il 25% di laureate), ingegneria (40%) e scienze fisiche (42%), in Italia le differenze di  genere nelle diverse aree disciplinari sono spesso meno grandi rispetto a quelle osservate in altri Paesi   dell’OCSE. Un dato particolarmente preoccupante per il futuro è la crescita dei giovani che rinunciano all’istruzione. In due anni tra il 2010 e il 2012 il numero dei 15-19enni non iscritti al sistema di istruzione è cresciuto. Nel 2010 il tasso di iscrizione era dell’83%, poi è sceso fino all’80% (contro la media Ocse dell’83%). Nel 2012 solo l’86% dei 17enni era ancora a scuola e si stima che soltanto il 47% dei 18enni si iscriverà all’università. Secondo i test “Pisa” per la matematica, tra il 2003 e il 2012 è diminuita dal 32% al 25% la percentuale dei quindicenni che ottengono un punteggio basso. Inoltre, i risultati dello studio del 2012 sulle competenze degli adulti (Piaac) mostrano che i 25-34enni italiani ottengono migliori risultati in lettura e matematica rispetto alle generazioni precedenti (35-44 anni). Per l’Ocse questo risultato deriva da “una migliore istruzione di base“. Tuttavia, sottolinea il rapporto, “il livello medio di competenze in Italia resta basso rispetto ad altri Paesi”. I risultati medi ottenuti nelle prove matematiche dei 25-34enni in Italia, ad esempio, si collocano in penultima posizione. Solo i giovani adulti spagnoli hanno ottenuto risultati inferiori. Punteggio più basso, invece, per i giovani italiani sulla comprensione di un testo scritto.

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