Marino prende le distanze dal blitz estivo con cui si liquidava il Museo della Shoah

mercoledì, 10 settembre 2014

Non so se rimarrà come l’ultimo tentato colpo di mano di Riccardo Pacifici nella veste di presidente della Comunità ebraica romana, ma il sindaco Ignazio Marino ha preso le distanze dall’accordo estivo con cui Pacifici e un assessore comunale liquidavano, con improvvisato trasloco all’Eur, un progetto di grande rilievo culturale e storico come il Museo della Shoah a Villa Torlonia, già interamente finanziato. Non so se abbia influito su Marino il rischio di una denuncia per danno erariale, visti i soldi già spesi dal Comune per l’acquisto dell’area. Di certo saranno esaudite le legittime aspettative dei sopravvissuti alla Shoah di veder degnamente ricordato il settantesimo anniversario della liberazione da Auschwitz, in una struttura provvisoria che non sia usata strumentalmente per cancellare il progetto approvato. Bisognerà parlare prima o poi del modo in cui certi portavoce comunitari sempre in cerca di rapporti privilegiati con questo o quel settore di establishment che possa giovargli, si facciano scudo di sentimenti e persone in cui tutti si riconoscono, trasformandoli in retorica. Ma questo è un altro discorso. L’importante ora è che, sventato il blitz estivo, la Comunità ebrica confermi il progetto museale che onora Roma e l’Italia intera. Se in Campidoglio hanno avuto tentazioni d’altro segno, magari sollecitate da qualche carrierista, ora il sindaco le ha smentite.

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