L’Ad di Eni Descalzi, l’ex Ceo Scaroni e Bisignani indagati per corruzione internazionale

giovedì, 11 settembre 2014

I magistrati di Milano hanno indagato Eni, il presente e passato vertice societaro, l’attuale Amministratore delegato Claudio Descalzi e l’ex Ceo Paolo Scaroni, e il noto “mediatore” Luigi Bisignani per aver ottenuto una concessione petrolifera in Nigeria grazie ad una tangente da 200 milioni di euro. Il caso di corruzione internazionale, il reato contestato a Descalzi come a Scaroni, riguarda il campo di Opl-245, che Eni ha ottenuto in concessione nel 2011 grazie ad una transazione al governo di Lagos da 1 miliardo e 90 milioni di dollari. La procura ha bloccato ieri tramite l’intervento della magistratura di Londra, che ha accettato la richiesta dei Pm Fabio De Pasquale e Sergio Spadaro, due conti anglo-svizzeri da 110 e 90 milioni di dollari controllati dall’intermediario nigeriano Emeka Obi. Gli inquirenti ipotizzano che sia la “maxi tangente” pagata dai vertici Eni per ottenere la concessione del campo offshore. L’accusa ipotizzata dai magistrati è stata ricostruita oggi da diversi quotidiani, come il “Corriere della Sera”. Nell’articolo scritto da Luigi Ferrarella e Giuseppe Guastalla si spiega come Opl-245 fosse stato acquistato da un ex ministro nigeriano, Dan Etete. tramite una società fittizia per una cifra molto bassa. Per realizzare un affare e sviluppare le potenzialità del giacimento petrolifero un mediatore nigeriano, Emeka Obi, avrebbe sfruttato la sua rete di contatti italiani per arrivare ad Eni. Gianluca Di Capua, procacciatore d’affari amico di Luigi Bisignani, sarebbe stato il contatto decisivo per avere a Scaroni tramite appunto  Bisignani. Questa rete era già ricostruita dai magistrati grazie alle indagini sulla “P4”, ma l’indagine sul possibile caso di corruzione si era bloccata vista la mancanza di indizi. L’Eni, allora guidata da Scaroni, aveva rimarcato come il contratto fosse stato stipulato con una trattativa condotta esclusivamente con il governo nigeriano.  Una causa alla magistratura civile di Londra di Emeka Obi, che sarebbe stata finanziata dai “mediatori” italiani, ha però permesso di scoprire il loro ruolo decisivo nella stipula dell’affare. Il denaro ottenuto come risarcimento dal mediatore è stato così bloccato dalla Procura di Milano perchè sarebbe in realtà la tangente pagata da Eni per concludere il lucroso affare in Nigeria. Oltre a Scaroni, un ruolo fondamentale nella trattativa sarebbe stato svolto da Claudio Descalzi, all’epoca direttore operativo della divisione Exploration&Production.  Dopo il lungo mandato di Paolo Scaroni al vertice di Eni, la scorsa primavera Descalzi è stato promosso dal governo Renzi ad Amministratore delegato della più importante società italiana.

I commenti sono chiusi.

I commenti di questo blog sono sotto monitoraggio delle Autorità. Ti preghiamo di mantenere i toni della discussione entro i limiti di buona educazione e netiquette in essere come regole del blog. Inoltre usa con moderazione i seguenti comandi di formattazione testo.