Daniel Gros: L’austerità ha vinto, nessuna flessibilità per Italia e Francia non credibili

sabato, 13 settembre 2014

L’austerità ha vinto. Secondo l’economista tedesco Daniel Gros, economista e direttore del  Centre for European Policy Studies (Centro per gli studi di politica europea)  la linea della Germania di contrasto alla crisi del debito non sarà mai intaccata. Il vertice dell’Ecofin e dell’Eurogruppo di Milano, caratterizzati dal duello verbale a distanza tra il presidente del Consiglio Renzi e il futuro vicepresidente della Commissone Juncker Jyrki Katainen, segna per Daniel Gros la fine del dibattito sulla flessibilità, come spiega a “La Repubblica” di sabato 13 settembre. “Quest’incontro di Milano sarà da ricordare. Perchè sancisce la definitiva incomunicabilità fra le due scuole di pensiero che si fronteggiano in Europa. E probabilmente rappresenta la fine delle speranza dell’Italia di ottenere questo sospirato allentamento da parte della Germania”. La prova secondo Daniel Gros è la nuova manovra di bilancio della Germania. La grande coalizione tra Angela Merkel e i socialdemocratici ha ridotto gli investimenti pubblici per realizzare una finanziaria finalmente senza nuovi debiti, un obiettivo condiviso da praticamente tutti i partiti tedeschi presenti al Bundestag, con l’eccezione della sinistra radicale. Una manovra che spegne le richieste di chi chiedeva a Berlino la maggior mobilitazione di risorse pubbliche al fine di stimolare la crescita nell’eurozona. Da questa posizione di ortodosso rispetto del rigore la Germania non si muoverà, e secondo Daniel Gros la composizione della nuova Commissione Juncker evidenzia come non è possibile attendersi alcuna svolta. ” I toni concilianti dell’Ecofin sono poco credibili, almeno quanto le rassicurazioni italiane.Certo, la Germania non ammette neanche un intervento d’emergenza, ma l’Italia, come la Francia che forse preoccupa anche di più, non aiuta con i comportamenti la comprensione reciproca. E’ pur vero che l’Italia con un debito pubblico al 136% non so come faccia a poter spendere di più: potrebbe anche smetterla di chiedere aperture o flessibilità”. Anche in caso delle famose “riforme”, secondo Gros il no di Berlino non cambierebbe. ” Non credo che la risposta di Berlino sarebbe diversa da quella di oggi. Il passato continuerebbe a pesare come un macigno. Per questo mi sembrano ipocriti tutti questi abbracci alla Spagna, un paese che ha il 25% di disoccupazione, solo per un paio di riforme fatte”.

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