Perfino Luigi Bisignani smentisce davanti ai magistrati la versione ufficiale dell’Eni secondo cui non ci sarebbero stati mediatori nell’acquisizione del giacimento petrolifero nigeriano: “Ovvio che io e Di Nardo ci aspettavamo un riconoscimento economico, anche se l’Eni non paga commissioni”. Regola aggirata, quest’ultima, visti ii lauti bonifici pervenuti al mediatore nigeriano.
Ora io mi chiedo con quale faccia e con quale serenità Claudio Descalzi possa continuare a guidare il nostro colosso energetico, come imprudentemente Renzi gli ha chiesto via tweet. Sarebbe questo il modo di tutelare il nostro interesse nazionale, per non parlare della reputazione? Lasciamo perdere l’argomento -nobile ma del tutto incongruo- del garantismo. Qui non si discute l’innocenza o la colpevolezza di Descalzi, ma se egli oggi si trovi nelle condizioni di poter guidare l’azienda, le cui regole di funzionamento sono state palesemente violate. Col viatico di Renzi il manager indagato può sentirsi davvero più forte? Ne dubito. Lo faranno ballare in Italia e all’estero, cercheranno di ricattarlo negli affari. No davvero, Renzi non ha fatto un favore a Descalzi con quel tweet.