Soliti fuochi d’artificio alla Camera e al Senato, ma Renzi una decisione vera non l’ha ancora presa. Né sul mercato del lavoro cui dedica solo una battutaccia sull’apartheid vigente copiata da Ichino (resta da capire chi sarebbero i bianchi privilegiati in questo schema). Nè soprattutto Renzi ha osato sferrare l’attacco che medita da tempo contro l’Unione Europea. Le dedica riferimenti sarcastici su tecnocrazia, spread, banche straniere da noi finanziate, contributi che pagheremmo in eccesso, sovranità nazionale da preservare… Un armamentario da “partito della nazione” che alla disperata può infarcire una campagna molto italiota in stile “nazione proletaria”. Molto azzardata, Renzi se la tiene come extrema ratio. Per ora confida di tirare avanti con l’annuncio di altre coraggiose riforme contro gli intellettuali dalla tartina facile. Peccato che la pancia stia crescendo a lui.