Ho trovato molto interessante l’analisi storica del professor Giovanni Orsina pubblicata oggi su “La Stampa”. Con un richiamo diretto all’esperienza di governo di Giovanni Giolitti nel 1903, Orsina delinea una mutazione profonda consumatasi negli ultimi tre anni nel sistema politico italiano.
Ecco un passaggio cruciale, dedicato al ruolo assunto da Matteo Renzi: “Col discorso di martedì -in particolare con i passaggi su lavoro e giustizia, nei quali ha preso posizioni che solo con grande sforzo possono esser distinte da quelle della tradizione berlusconiana- Renzi ha completato un’operazione che, in senso tecnico e non morale, potremmo definire trasformistica: ha colmato parte del fossato che divide destra da sinistra, preparando il terreno per una grande confluenza al centro”.
Giustamente poi Orsina mette in relazione questa svolta con gli argomenti retorici sul Pd inteso come “partito della nazione” che l’hanno preparata. Renzi approfitta dell’evanescenza politica delle opposizioni e riempie uno spazio “centrale” in cui destra e sinistra perdono il loro significato tradizionale. Probabilmente questa definizione di erede di Giolitti non gli dispiace, in ogni caso gli si attaglia perfettamente. Diciamo che crea qualche problemino al Pd come partito di sinistra lacerato dall’idea di “vincere facile” con argomenti renziani che non possono essere i suoi.