Camusso: Sul Jobs Act Renzi come la Thatcher

venerdì, 19 settembre 2014

Susanna Camusso attacca senza mezzi termini l’emendamento del Jobs Act presentato dal governo Renzi, e approvato in commissione Lavoro del Senato, che abolisce la reintegra dell’articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori per i nuovi contratti a tempo determinato. La segretaria generale della Cgil, intervenuta a Milano in occasione dell’inaugurazione della nuova sede regionale della confederazione lombarda, ha rimarcato come il presidente del Consiglio abbia in mente il “modello Thatcher” in merito alla riforma del lavoro. Secondo Camusso bisognerebbe valutare gli effetti di questa impostazione, per altro già seguita nel nostro paese da diversi anni, che ha prodotto nuova precarietà, e reso meno competitiva l’Italia attraverso la svalutazione del lavoro. La leader Cgil critica il presidente del Consiglio per seguire una linea sostanzialmente identica a quella di Berlusconi

Susanna Camusso ha risposto anche alla critica dell’apartheid del mercato del lavoro italiano, enfatizzata dal presidente del Consiglio durante la sua informativa in Parlamento, spiegando come all’Italia non serva un nuovo mondo di Serie B dove far confluire i nuovi occupati. Benché la legge delega sia piuttosto indefinita per il momento, nell’interpretazione data dal presidente della commissione Lavoro del Senato, Maurizio Sacconi, cadrebbe uno dei punti fermi dello Statuto dei Lavoratori. Secondo l’attuale formulazione dell’articolo 18 i lavoratori licenziati ingiustamente per motivi disciplinari o disciplinari sono tutelati dall’obbligo di reintegrazione nel caso in cui prevalgano davanti ai giudici. Nella nuova formulazione fornita dal Jobs Act questo vincolo cadrebbe, e sarebbe sostituito da un indennizzo monetario per tutti i nuovi assunti a tempo indeterminato. Per chi invece ha un contratto a tempo indeterminato siglato in precedenza le regole non cambierebbero. L’attacco della leader della Cgil è stato pronunciato dopo che diversi esponenti del mondo sindacale e della sinistra politica, interna ed esterna al PD, avevano espresso notevoli perplessità sull’emendamento del governo. In commissione Lavoro l’emendamento è stato approvato con il voto compatto dei senatori democratici, ma la sottosegretaria Bellanova ha fornito un’interpretazione ben più restrittiva di quella fornita da Sacconi. La discussione in aula sarà sicuramente piuttosto accesa, e per ora il PD esclude il ricorso al decreto-legge ipotizzato dallo stesso presidente del Consiglio Renzi.

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