Camicia bianca contro bandiera rossa, ma il Renzi-Mandela sull’apartheid non la conta giusta

sabato, 20 settembre 2014

Sono lieto di apprendere che gli emendamenti della sinistra Pd al Jobs Act da votarsi martedì al Senato, vengono elaborati da Maria Cecilia Guerra, già sottosegretaria al Welfare nei governi precedenti. Economista di scuola modenese, esperta di fiscalità oltre che di politiche di contrasto alla povertà, collaboratrice de lavoce.info, Maria Cecilia Guerra non potrà certo essere accusata di vetero-sindacalismo.

Ripetendo il suo solito schema nuovo-contro-vecchio, scarico di responsabilità sui sindacati per le attuali divisioni fra lavoratori, lui uomo libero in camicia bianca contro la ragnatela dei burocrati con la bandiera rossa, Matteo Renzi applica un gioco già usurato che stavolta potrebbe riservargli sorprese antipatiche. Questa storia dell’apartheid in cui lui sarebbe il Mandela dei giovani e la Camusso sarebbe la De Clerk dei vecchi privilegiati, non regge neanche al più grossolano confronto.
Può darsi che Renzi si accontenti di vincere la partita del Jobs Act col sostegno decisivo della destra -può riuscirci, se vuole- ma deve sapere che questo comporterà una trasformazione profonda della natura della sua leadership. Rottamare la Camusso può essere una tentazione fatale perchè dopo di lei (e Landini) c’è davvero una frattura irrimediabile a sinistra; una frattura che nè il Pd nè lo stesso Renzi possono permettersi.

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