Riporto testualmente dall’odierno bollettino dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane.
Dieci milioni di euro sottratti alla Comunità ebraica di Milano dal suo tesoriere in undici anni. Questo l’ammontare della truffa, secondo la magistratura inquirente, emersa pochi mesi fa ai danni delle casse comunitarie. A riportarlo, nelle cronache milanesi, il quotidiano Repubblica che ricorda come a denunciare gli ammanchi sia stata la stessa comunità. “Secondo l’esposto – riporta il quotidiano – solo attraverso uno sportello della Banca popolare di Milano, l’ex ragiunatt nel lasso di tempo analizzato sarebbe passato all’incasso di ben 600 assegni, senza che fossero apposti però i necessari timbri. II denaro veniva giustificato come pagamenti di fornitori, ma in realtà le operazioni sarebbero state del tutto inesistenti”. 2002-2013, il periodo di tempo su cui indaga la procura, eventuali sottrazioni precedenti sarebbero infatti prescritte. “Assunto nel 1975 con la qualifica di ragioniere – ricostruisce Repubblica – da metà degli anni ’90 era stato promosso tesoriere della comunità. Pochi anni e sarebbero sparite le prime somme consistenti dalla cassa”. “I trasferimenti di questo vero e proprio fiume di denaro – continua l’articolo – sarebbero avvenuti al momento senza alcuna complicità interna. Almeno questo si deduce dal numero di persone finite sotto indagine. All’interno della organizzazione della comunità milanese, si sono succeduti anche dei revisori di conti – addetti al controllo proprio dei bilanci – , che però non si sarebbero mai accorti del raggiro”. La Comunità in sede civile ha ottenuto un decreto di sequestro pari alla somma sottratta, i beni però intestati all’ex tesoriere non sarebbero stati tutti identificati e, a quanto riporta il quotidiano, difficilmente il danno quantificato dalla Procura potrà essere interamente recuperato.