In vista della direzione Pd convocata lunedì 29 settembre per discutere la formulazione definitiva (o almeno si spera) del Jobs Act, il premier Renzi ce la sta mettendo tutta nel provocare la minoranza interna e la Cgil. Il suo calcolo è che più drammatizzerà lo scontro e più ne trarrà vantaggio, sia in Europa che nel suo progetto trasformistico di “partito della nazione” pigliatutto collocato al centro del sistema politico.
Mi spiace che qualcuno caschi nella trappola. Non so se a Beppe Civati gliela abbiano tirata per i capelli -questa storia del rischio di scissione Pd sull’articolo 18- o se lui volesse proprio lanciare una minaccia. Mi è parsa in ogni caso una riduzione del tema spinosissimo della riforma del mercato del lavoro a vicenda di ceto politico, come minimo inutile, probabilmente velleitaria, comunque inopportuna. Sia detto con amicizia.