La Francia gli ha dato una grossa mano, presentandosi all’Ecofin come la capofila dei “disobbedienti” anti-austerità. Ma l’annuncio dello slittamento del pareggio di bilancio, ufficializzato da Padoan, rientra in una strategia politica che Matteo Renzi aveva pianificato già prima dell’estate. Rovesciare sull’Unione europea e il suo vertice a trazione tedesca le difficoltà della nostra economia e la sofferenza sociale che provoca. La sua mossa troverà il consenso della sinistra interna del Pd e spiazzerà le varie opposizioni da Grillo ai forzaleghisti fino all’estrema destra che lo accusavano di subalternità alla Merkel. E’ una partita ad altissimo rischio, non senza il pericolo di ricadute populistiche nella retorica della “nazione proletaria” alle prese con la tecnofinanza che la soffoca. Ma può essere anche l’inizio di una offensiva di europeismo sociale, in combinazione con la Francia e, perchè no, di un futuro governo greco di sinistra a guida Tsipras.