Maria Elena Boschi, il ministro delle Riforme e dei Rapporti col Parlamento, ha chiesto scusa a Gustavo Zagrebelsky per averlo definito un “professorone”. Il ministro Boschi aveva utilizzato questa espressione durante la polemica sulla riforma del Senato. Gustavo Zagrebelsky, insieme ad altri giuristi, accademici ed intellettuali come Stefano Rodotà, aveva firmato un appello di Libertà e Giustizia contro la “svolta autoritaria” rappresentato dall’abolizione del Senato, dal rafforzamento dei poteri del governo e da una legge maggioritaria come l’Italicum, che mantiene le liste bloccate del Porcellum. Durante un dibattito pubblico organizzato dal “Fatto quotidiano” a Torino, il presidente emerito della Corte costituzionale ha raccontato come Maria Elena Boschi l’abbia chiamato al telefono per chiedergli scusa per la definizione di “professione”, termine utilizzato per aumentare l’eco mediatica della polemica. La spiegazione del ministro probabilmente più vicino a Matteo Renzi rende le scuse “strane”, rimarca il “Fatto quotidiano” di mercoledì 8 ottobre 2014. Ecco la citazione testuale delle parole del ministro Boschi fatta da Zagrebelsky lunedì scorso al Teatro Nuovo di Torino. ” Sapete, noi abbiamo a che fare con la stampa, abbiamo a che fare con la comunicazione, quindi le parole che usiamo, più sono pesanti, più passano”. Dopo la rilevante polemica mediatica seguita alla diffusione dell’appello di “Libertà e Giustizia” Maria Elena Boschi aveva attaccato i “professori” che avevano bloccato le riforme costituzionali negli ultimi 30 anni. Il disegno di legge costituzionale che abolisce il bicamerismo perfetto, trasforma il Senato della Repubblica in Senato delle Autonomie e riforma il Titolo V è stato approvato in prima lettura al Senato, ma al momento non è stato ancora calendarizzato il suo secondo passaggio alla Camera dei Deputati. Per revisionare la Costituzione servono 4 letture dello stesso testo.