I calcoli di Renzi sul nuovo Italicum

martedì, 21 ottobre 2014

La nuova legge elettorale approvata in prima lettura alla Camera dei Deputati è ormai bloccata da più di 200 giorni al Senato, e al momento non è stata ancora calendarizzata la sua discussione nella commissione Affari Costituzionali di Palazzo Madama. Il patto tra Renzi e Berlusconi sul sistema Italicum ha retto a fatica l’esame della Camera, e le divisioni interne al PD così come alla maggioranza sul nuovo sistema di voto hanno consigliato il suo congelamento, durato anche più tempo rispetto alle previsioni iniziali. Nella direzione nazionale del Partito Democratico svoltasi ieri  il presidente del Consiglio ha però annunciato la sua intenzione di modificare sensibilmente il sistema elettorale su cui aveva stretto l’accordo con Forza Italia, con il premio di maggioranza assegnato alla lista che arriva prima. Le coalizioni così scomparirebbero, a tutto beneficio del PD, il partito che ha egemonizzato il campo del centrosinistra. Non casualmente, ieri Renzi ha invitato a entrare nel suo partito i parlamentari di Sel e Scelta Civica che ormai hanno preso d’atto dell’esaurimento di quei due partiti. La “vocazione maggioritaria” perseguita dal presidente del Consiglio con questa modifica al sistema elettorale massimizzerebbe il modello di partito perseguito da Renzi, un unico contenitore capace di raccogliere diverse sensibilità politica grazie alla forza di un leader autorevole e popolare come l’attuale segretario del PD. Il progetto potrebbe essere interessante per Alfano, che così potrebbe correre da solo con Ncd senza dover cercare alleanze con il centrodestra o con il centrosinistra, mentre la rinuncia alle coalizioni appare ben più complicata per Silvio Berlusconi. Un “listone” di centrodestra rimedierebbe al problema, ma in caso di bassa soglia di ingresso alla Camera dei Deputati – altro elemento decisivo delle trattative, non casualmente taciuto da Renzi – la Lega Nord avrebbe poco interesse a sacrificare il suo simbolo per aggiudicarsi seggi parlamentari che sarebbe in grado di conquistare da sola. Berlusconi ha rilanciato pochi giorni fa il “sogno” di una Forza Italia capace di vincere da sola senza alleati, ma viste le fratture interne al partito, e valori demoscopici disastrosi, questa dichiarazione appare piuttosto velleitaria. La mossa di Renzi appare una sorta di messaggio inviato ai potenziali frenatori che puntano a bloccarlo in Parlamento, visto che finora tutti i diktat scanditi negli ultimi mesi sulla legge elettorale sono rimasti lettera morta.

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