Il Ceo di Total muore in un incidente aereo in Russia

martedì, 21 ottobre 2014

Il Ceo di Total, Christophe de Margerie, è morto in un incidente aereo avvenuto nell’aeroporto di Mosca. Il jet privato dell’amministratore delegato di una delle maggiori compagnie petrolifere del mondo è stato urtato da uno spazzaneve di un addetto delle pulizie dell’aeroporto Vnukovo, che secondo le autorità russe era in stato di ubriachezza.

Questo video in 3-D ricostruisce la dinamica dell’incidente del Falcon su cui volava de Margerie.

Tutte le persone presenti all’interno del velivolo sono morte. Christophe de Margerie muore a 63 anni, dopo aver guidato Total per 7 anni e mezzo. Il Ceo di Total si era recato in Russia per discutere di alcuni investimenti della sua compagnia nel paese, e si era anche incontrato con il primo ministro Medvedev. La società francese, con 100 miliardi di capitalizzazione, è una delle 5 più grandi compagnie petrolifere del mondo, insieme alla britannica BP, alle americane Chevron ed ExxonMobil, e all’olandese Royal Shell. De Margerie era un convinto oppositore delle sanzioni, e più volte si era espresso in favore di un chiarimento tra Bruxelles e Mosca. Il N.1 di Total aveva sottolineato come le tensioni con l’Occidente stessero spingendo sempre più la Russia verso la Cina, come dimostrava la maxi intesa da 400 miliardi di dollari raggiunta a maggio per la fornitura di gas per 30 anni a Pechino. «Stiamo costruendo un nuovo muro di Berlino», si era chiesto polemicamente in un’intervista de Margerie, aggiungendo che «la Russia è un partner e non dovremmo perdere tempo a proteggerci da un vicino». Total aveva ingenti investimenti in Russia, come altre compagnie europee ora alle presa con un nuovo scenario. La crisi ucraina ha determinato sanzioni economiche che colpiscono anche le aziende attive nella produzione e vendita di idrocarburi, tanto che diverse grandi compagnie stanno ripensando le loro strategie alla luce della rottura tra l’UE e la Federazione russa. Eni sta per esempio meditando di uscire dal progetto SouthStream, il gasdotto che farebbe arrivare in Italia il gas russo dai Balcani, così evitando il passaggio in Ucraina. Nell’audizione che l’Ad di Eni Claudio Descalzi affronterà al Senato il prossimo 4 settembre questo tema sarà all’ordine del giorno.

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