La bambina di 3 anni vittima della psicosi dell’ebola

giovedì, 23 ottobre 2014

Chanel è una bambina di 3 anni che frequenta l’asilo Porto Romano, una scuola di Fiumicino. La piccola è stata protagonista di una spiacevole disavventura, provocata dalla vera e propria psicosi generata dall’epidemia dell’ebola. Insieme alla madre e alla sorella Chanel è andata in vacanza in Uganda, e al suo ritorno le madri dei suoi compagni di classe hanno minacciato di non far più andare a scuola loro figlie. Siccome la bambina era stata in Africa, le madri temevano che avesse contratto il virus, e potesse contagiare i suoi giovanissime compagni. Il padre, un carabiniere, ha raccontato il triste boicottaggio subito dalla sua bambina al quotidiano In Terris. ” Abbiamo passato giorni di angoscia – racconta in esclusiva a In Terris il papà, Massimiliano -. Eppure non c’era alcun motivo reale per poter solo immaginare qualche rischio; l’unica spiegazione è che venivamo dall’Africa. Ma l’Uganda non è un Paese contagiato, e comunque prima di partire, esattamente il giorno prima, ho fatto fare alle mie figlie tutte le analisi necessarie a stabilire la loro totale buona salute. Non solo, ma mia figlia non ha avuto alcun sintomo particolare, né una febbre né un raffreddore. Ciò che è accaduto è pura follia…” Uno schiaffo alla razionalità, ma anche all’umanità che dovrebbe accompagnare ogni decisione che riguarda bambini così piccoli. Le mamme hanno imposto una legge nuova: o lei, o gli altri; se Chanel fosse entrata in aula sarebbero usciti i suoi compagni di classe”. La preside dell’istituto, la prof.ssa Lorella Iannarelli,, e ha garantito per il ritorno della piccola a scuola, avvenuto questa settimana, dopo alcuni giorni trascorsi a casa dopo il ritorno dall’Uganda. Ecco come ha ricostruito la vicenda a “La Repubblica”, sfumando il boicottaggio subito dalla piccola e dalla sua famiglia. ” A preoccupare tre, quattro genitori – spiega la preside – era il ritorno in classe di una bambina che aveva fatto un viaggio in Uganda. Qualcuno ha messo in giro la voce che alcuni genitori erano intenzionati a tenere a casa i propri figli per evitare che entrassero in contatto con la bambina”. Voci che però hanno portato l’istituto ad attivare una serie di verifiche. “La bambina è tornata in Italia il 14 ottobre abbiamo chiamato il papà che ha portato un certificato medico, abbiamo anche chiamato il medico che in Uganda aveva visitato la bambina e ci siamo informati in aeroporto se l’Uganda fosse un paese a rischio, scoprendo che non lo è. Il comportamento di alcuni genitori avrà offeso la mamma della bimba che in un primo momento aveva chiesto il nulla osta per un trasferimento e che la figlia cambiasse sezione. Ipotesi poi rientrata. La bambina è rimasta a casa qualche giorno dal ritorno in Italia: probabilmente per cortesia da parte della famiglia o perché era stanca del viaggio. Comunque lunedì scorso è rientrata a scuola senza nessun problema da parte dei genitori dei suoi compagni di classe. Non ho avuto nessuna segnalazione da parte delle maestre, ciò mi induce a pensare che non ci siano state assenze ingiustificate”.

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