L’imprenditrice cinese della fabbrica incendiata: A Prato tutti sanno dei dormitori del pronto moda

martedì, 28 ottobre 2014

Prato è la città del pronto moda. Migliaia di lavoratori cinesi lavorano in piccole e piccolissime aziende per produrre capi di abbigliamento a costi molti bassi. Le condizioni di lavoro così come di vita sono durissime, per quanto se ne sappia vista l’aura di illegalità che circonda questo sistema. Lo sfruttamento dei lavoratori cinesi e la connivenza degli italiani con questo sistema è uno dei filoni di indagine su cui hanno lavorato i magistrati nel caso che riguarda il rogo della ditta Teresa Moda. A fine 2013 un incendio in questa azienda ha ucciso 7 persone, operai che dormivano sul posto di lavoro. La titolare dell’azienda, Lin Youlan, è imputata al processo su questo gravissimo caso di cronaca, e durante la sua deposizione ha accusato gli immobili dei proprietari così come le autorità comunali di essere a conoscenza di quanto succedeva, e succede, nelle aziende cinesi di Prato. Come riferisce un articolo di Dario Di Vico sul “Corriere delal Sera” di martedì 28 ottobre, Lin Youlan, che si è assunta ogni responsabilità, ha rimarcato come abbia deciso di allestire dormitori all’interno della sua azienda perché tutti “facevano così”. I proprietari dell’immobile, i fratelli Pellegrini, sono accusati di omicidio colposo in un altro procedimento, erano a conoscenza dei dormitori, così come della condizioni di lavoro, e venivano a prendere i 2 mila euro d’affitto mensile in un’altra sede dell’azienda di Lin Youlan diversa dal locale colpito dal rogo. Come rimarca Di Vico, la Procura di Prato mira a smascherare ” avventurieri e professionisti italiani senza scrupoli che in questi anni hanno guadagnato aiutando il pronto moda cinese a impiantare un modello di business in cui convivono la spregiudicatezza commerciale, l’esportazione sui mercati dell’Est Europa di capi etichettati made in Italy e operai trattati alla stregua di schavi”. Secondo Di Vico un’eventuale sentenza esemplare a questo processo potrebbe mutare la situazione di Prato, anche se finora non si vedono segni di cambiamento. L’amministrazione comunale, storicamente di sinistra, è tornata al PD dopo un quinquennio di governo del centrodestra, che aveva sfruttato elettoralmente il disagio della popolazione verso l’immigrazione cinese. Dopo il rogo di Prato  il console cinese Wang Xixia aveva rimarcato l’esigenza di una condotta degli imprenditori connazionali basata sull’illegalità. A quasi un anno di distanza l’unico cambiamento appare quello del console, che ora si chiama Wang Fuguo.

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