Il Pd non può permettersi un Alfano al Viminale

mercoledì, 29 ottobre 2014

Mi trovo lontano, in Israele, e apprendo delle manganellate con cui la polizia ha risposto a un tentativo di occupazione dei binari della Stazione Termini da parte di 200 operai dell’acciaieria di Terni licenziati dalla Thyssenkrupp. Pochi giorni fa Landini mi aveva spiegato cosa vuole davvero la multinazionale tedesca per mantenere l’impianto in Italia: vuole che gli operai facciano il turno di notte e i festivi all’altoforno senza le compensazioni salariali che oggi percepiscono. Altrimenti, via.
Si tratta dunque di una vertenza-pilota oltre che di una vicenda drammatica per i lavoratori che rischiano la disoccupazione. Trovo che la gestione dell’ordine pubblico in tale frangente sia troppo delicata per lasciarla, da parte del Pd, nelle mani di Angelino Alfano. Fomentatore di tensioni, anzichè mediatore. Politico con interessi elettorali prevalenti sulla gestione quotidiana del Viminale. Lasciarlo a capo del ministero degli Interni significa contemplare un acuirsi delle tensioni sociali da cui Renzi dovrebbe guardarsi.

P.S. Nel frattempo spero Renzi abbia fatto una telefonatina alla Picierno spiegandole che insultando la Cgil non farà molta carriera.

I commenti sono chiusi.

I commenti di questo blog sono sotto monitoraggio delle Autorità. Ti preghiamo di mantenere i toni della discussione entro i limiti di buona educazione e netiquette in essere come regole del blog. Inoltre usa con moderazione i seguenti comandi di formattazione testo.