Renzi è spericolato, ma con le elezioni anticipate rischia troppo

giovedì, 6 novembre 2014

Ieri sono passato a Roma da Montecitorio a Palazzo Madama, incontrando parlamentari quasi tutti convinti che Renzi stia preparandosi per elezioni anticipate nella primavera 2015. Va bene che il nostro primo ministro fa della spericolatezza un succedaneo del decisionismo, e riconosciamogli pure la bravura in campagna elettorale, ma andare presto al voto secondo me non gli conviene. L’italiano medio vive le elezioni politiche come un fastidio, e si è già sentito ripetere per vent’anni il ritornello lamentoso “Sono bravissimo, ma gli altri non mi lasciano governare”. Renzi sarebbe capace di dirlo meglio di Berlusconi, ok. Ma sempre dello stesso ritornello si tratta.
Ora io non escludo affatto che la precipitazione della crisi economica porti anche alla dissoluzione della maggioranza parlamentare su cui si regge il governo Renzi. Improbabile ma possibile. Ma in tal caso, per quanto egli prepari una popolarissima campagna tutta in chiave antieuropea, al posto di Renzi non sarei affatto sicuro di bissare il famoso 40,8% del maggio scorso. Anzi. L’usura degli uomini soli al comando è imponderabile nei suoi tempi.
Dunque, per quanto si facciano la voce grossa col sempre meno rilevante Berlusconi, dubito che Renzi farà saltare l’equilibrio precario del Nazareno. Poi c’è la variabile Napolitano: dimettendosi a fine anno, il presidente della Repubblica potrebbe obbligare questo Parlamento a votare il suo successore quanto meno rinviando la scadenza elettorale.

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