Nuovo calo del Pil, Italia non cresce più dal 2011

venerdì, 14 novembre 2014

L’Istat ha rilevato nel terzo trimestre del 2014 una nuova flessione del Pil. Il Prodotto interno lordo è diminuito dello 0,1% tra luglio e settembre rispetto al trimestre precedente, con una flessione dello 0,4% rispetto allo stesso periodo temporale del 2013. Come scrive l’Istat, il calo congiunturale è la sintesi di una diminuzione del valore aggiunto nel comparto dell’agricoltura e dell’industria e di un aumento nei servizi. Dal lato della domanda, vi è un contributo negativo della componente nazionale (al lordo delle scorte), parzialmente compensato da un apporto positivo della componente estera netta. L’export ha così mitigato la flessione provocata dall’andamento negativo della domanda interna. L’Istat ha rivisto il dato del primo trimestre 2014, stimando una crescita zero per gennaio-marzo dell’anno in corso. Di conseguenza il nuovo calo del Pil registrato in questo trimestre riporta l’Italia in recessione tecnica. L’Italia non cresce più dal terzo trimestre del 2011, e negli ultimi tre anni c’è stata una lunga recessione che ha portato il nostro Prodotto interno lordo ai livelli del 2000. Il Pil 2014 è stimato per ora con una flessione dello 0.3%, ma il dato potrebbe peggiorare nell’ultimo trimestre alla luce di una congiuntura economica che appare negativa per tutta l’area euro. Standard & Poor’s non ha escluso che l’unione monetaria possa scivolare nelle terza recessione dal 2009, viste le difficoltà registrata nella maggior parte dei Paesi membri. La Germania nel terzo trimestre del 2014 ha evitato la recessione tecnica, ma è cresciuta di solo lo 0,1%, mentre il dato discreto della Francia appare inflazionato dall’aumento delle scorte.

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