La minaccia di Putin alla Germania

sabato, 15 novembre 2014

Vladimir Putin è il grande protagonista del G20 di Brisbane oscurato dalla  crisi ucraina. Nonostante il vertice sia dedicato ai temi economici, lo scontro tra Paesi occidentali e Russia seguito all’annessione della Crimea e al sostegno fornito da Mosca ai separatisti dell’Ucraina orientale è il tema più discusso negli incontri diplomatici nella città australiana.  Prima di partite per il vertice Putin ha concesso una lunga intervista all’agenzia di stampa della Russia, Tass, dedicando particolare attenzione alla Germania. Berlino è la capitale che ha assunto la guida dell’UE nella crisi ucraina, sposando la linea di intransigenza contro Mosca richiesta dalla maggior parte dei Paesi dell’Europa orientale. Vladimir Putin ha rimarcato come 300 mila posti di lavoro dipendano dagli investimenti russi nell’economia che potrebbero essere cancellati. Un’allusione fin troppo esplicita ai rischi che la linea di contrapposizione alla Russia imposta da Angela Merkel potrebbe provocare. In merito al rapporto con la cancelliera tedesca Putin ha evidenziato come il loro rapporto personale non sia mutato, e come le relazioni tra i due Paesi più grandi sul suolo europeo sia dettato dai reciproci interessi, e non dalla simpatia o dall’antipatia personale. Un’altra sottolineatura di quanto siano intrecciate le due economie, che indica come Mosca auspichi un ripensamento di Berlino per depotenziare una crisi che potrebbe avere conseguenze molto forti. Il presidente russo ha definito illegali le sanzioni imposte da Usa e UE contro Mosca, rimarcando come solo le Nazioni Unite avrebbero l’autorità per decidere questo tipo di misura. Nel Consiglio di Sicurezza la Russia ha però diritto di veto, e di conseguenza una simile iniziativa verrebbe ovviamente bocciata. Nel colloquio con la Tass il presidente russo ha poi attaccato più volte gli Stati Uniti, accusandoli di perseguire unicamente i propri interessi nazionali, non rispettando le intese, non vincolanti, raggiunte a livello internazionale. Putin ha criticato la scelta di non rafforzare la rappresentanza dei Paesi emergenti nel Fondo monetario internazionale, impedita dal Congresso americano, così come gli accordi di libero scambio voluti dagli Usa, TTIP e TPP,  che avrebbero l’effetto di isolare i Brics così come altri Paesi emergenti. Per questo motivo il presidente russo ha suggerito l’obiettivo di porre fine alla supremazia del dollaro, come moneta di riferimento per gli scambi energetici.

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