L’Italia ha il record europeo di calamità naturali, 2007 morti in 50 anni

lunedì, 17 novembre 2014

In nessun altro Paese europeo come in Italia si verificano così tante calamità naturali. Un triste primato per il nostro Paese, dove negli ultimi 50 anni eventi quali frane, alluvioni o inondazioni hanno provocato 2007 decessi in 50 anni.Un dato che viene continuamente aggiornato, come mostrano le diverse vittime provocate dall’ondata di maltempo che ha colpito l’Italia settentrionale nelle ultime settimane. Un articolo de “La Stampa” di lunedì 17 novembre 2014 scritto da Andrea Rossi evidenzia come tutto il nostro territorio nazionale sia considerabile a rischio, come dimostra il conteggio dei danni provocati da frane o alluvioni. Le prime hanno causato 1297 morti, 15 dispersi, 1731 feriti e più di 150 mila persone evacuate in 1332 comuni localizzati in 101 province italiane. Nessuna Regione è stata mai risparmiata, così come successo con le inondazioni. I morti in questo caso sono stati 710, i dispersi più di 420 mila, e i comuni colpiti poco più di 900. Fausto Guzzetti, direttore dell’Istituto di Ricerca per la Protezione Idrogeologica
del Consiglio Nazionale delle Ricerche, rimarca a “La Stampa” come non sia mai trascorso un anno in Italia senza che almeno una persona sia morta per calamità naturali. Il bilancio del 2014 è già particolarmente pesante, con 9 decessi, e quasi 5 mila persone evacuate. Secondo Guzzetti quest’anno si sono verificati così tanti problemi per il clima particolarmente piovoso, che ha accentuato le numerose e diffuse fragilità del nostro territorio. Per il direttore dell’istituto del Cnr le calamità naturali provocano così tanti problemi nel nostro Paese per tre ragioni: una fortissima densità abitativa, più di 60 milinio di abitanti in “soli” 300 mila chilometri quadrati; un’altissima densità di abitazioni e un territorio fragile. “In più gli italiani ci hanno messo del loro”, rimarca Guzzetti, spiegando come la teorizzazione dello sviluppo edilizio degli anni sessanta sia stato un errore, causato anche dalle minori conoscenze geologiche rispetto ai dati che è possibile rilevare con le attuali tecnologie.

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