La parabola discendente di Grillo triste e solitario a Bologna

sabato, 22 novembre 2014

Domenica si vota in Emilia-Romagna e in Calabria per l’elezione del presidente e del consiglio regionale.  Il grande assente di questa campagna elettorale si chiama Beppe Grillo, che ieri è apparso a Bologna per svolgere un comizio di fronte a poche decine di simpatizzanti. Un intervento a sorpresa, in cui il fondatore del movimento ha rimodulato il concetto di vittoria pentastellata, evidenziando le sue attuali difficoltà. Beppe Grillo ha rimarcato come per il M5S sarebbe un successo ottenere 5 consiglieri, in una Regione dove il movimento è esploso elettoralmente, prima alle elezioni del 2010 e poi alle comunali del 2011. Un’ammissione del cambiamento di strategia, passata dal #vinciamonoi al #nonvinceremomai in pochi mesi di oscuramento mediatico, voluto dai due fondatori dopo il passo falso delle elezioni europee. In queste settimane il leader del Movimento 5 Stelle ha rinunciato al consueto tour nelle piazze, e sul blog ha sostanzialmente ignorato il doppio appuntamento elettorale. Il comizio davanti ai pochi fedeli bolognesi ha simboleggiato questa parabola discendente imboccata dal M5S negli ultimi mesi. Nelle regionali svoltesi nel 2012 e nel 2013 Grillo aveva occupato la scena mediatica con numerosi comizi, sempre affollati, ricchi di provocazioni per i titoli di TG e giornali, annunciando risultati trionfali poi puntualmente smentiti dalle urne. Il M5S è riuscito a ottenere percentuali significative in consultazioni dove contava il voto d’opinione, ma nelle elezioni amministrative ha sempre sofferto la sua mancanza di un’offerta politica credibile, in termini di messaggio così come di classe dirigente. In questo momento però la rabbia grillina sembra esser sempre meno rilevante, in una fase dove la protesta è diventata sociale o pienamente politica. Da una parte le piazze della Fiom, dal’altra le provocazioni sui temi dell’immigrazione di Matteo Salvini, il grande protagonista delle regionali emiliane. Grillo ha anticipato l’ascesa del leader della Lega Nord, spostando il M5S sulla lotta all’euro ed associando il rischio ebola agli sbarchi di Lampedusa. Salvini però ha occultato mediaticamente il M5S, e Grillo ha preferito evitare l’ennesima umiliante sconfitta, rifugiandosi a Genova. Nei giorni scorsi il leader del M5S aveva già ammesso come alle regionali calabresi si aspetti il flop, e ieri a Bologna ha perfino evocato la possibilità di abbandonare il Parlamento. Una ritirata parziale, motivata dal fatto che “la nostra anima é in mezzo alla strada, non siamo come i politici. Ma quando succederà il casino, perché succederà, saremo pronti”. Il leader del M5S ha però lanciato un altro annuncio pararivoluzionario, sostenendo come l’anno prossimo allargherà il movimento alle altre nazioni europee. Una strategia di cambiamento del campo d’azione che conferma la mancanza di direzione di un movimento che avrebbe dovuto rivoluzionare il sistema politico italiano e si sta riducendo a ennesimo partito marginale.

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