Financial Times: Syriza e Podemos hanno ragione sulla ristrutturazione del debito dell’eurozona

lunedì, 24 novembre 2014

Un editoriale del Financial Times firmato dal commentatore sugli affari europei Wolfgang Münchau rimarca come in questo momento la visione di consenso degli economisti sull’eurozona sia espressa solo dai partiti della sinistra radicale. Podemos in Spagna, Syriza in Grecia e Die Linke in Germania sono le uniche forze politiche di una certa rilevanza che propongono la ristrutturazione del debito e il rilancio degli investimenti pubblici come via d’uscita dalla stagnazione secolare in cui sta sprofondando l’unione monetaria. Per Münchau, uno dei più autorevoli critici delle politiche di austerità promosse da Angela Merkel e dalla Commissione UE, « la tragedia dell’eurozona è il senso di rassegnazione con il quale i partiti dell’establishment di centrosinistra e centrodestra stanno lasciando che l’Europa vada alla deriva nell’equivalente economico di un inverno nucleare. È particolarmente tragico che i partiti dell’estrema sinistra siano i soli che sostengono politiche ragionevoli come la ristrutturazione del debito pubblico». L’editorialista del Financial Times è particolarmente critico nei confronti delle formazioni di centrosinistra, socialisti o socialdemocratici, che rinunciano a politiche economiche alternative per adeguarsi alle posizioni dei conservatori. In Europa c’è una vasta domanda di un’offerta politica radicalmente diversa, e l’ascesa di Podemos e Syriza ne è una testimonianza. Secondo Münchau nel nostro Paese c’è una situazione diversa rispetta Grecia e Spagna, ma non meno seria. «Se Matteo Renzi non riuscirà a generare una ripresa economica nel resto del suo mandato, l’opposizione del Movimento 5 Stelle sarà la favorita per la formazione del prossimo governo. A differenza di Podemos, i M5S sono un partito davvero radicale, che sostiene con fermezza la necessità di uscire dall’euro, come il Front National in Francia o i no euro tedeschi di Alternativa per la Germania. L’ascesa di Podemos mostra come ci sia una domanda per una vera alternativa di politica economica. A meno di un cambiamento dei partiti dell’establishment, ci sarà un grande spazio per formazioni quali Podemos e Syriza». Una previsione, per quanto riguarda il nostro Paese, forse poco centrata, ma che evidenzia come in questo momento non ci sia nulla di “radicale” nel ritenere fallimentari le attuali politiche UE contro la crisi, come sostengono le formazioni che oggi in Grecia e Spagna appaiono le più apprezzate dagli elettori. «Non c’è nessun elemento controverso nell’affermare la necessità di ristrutturare il debito se esso diventa insostenibile. O che se l’euro dovesse portare decenni di sofferenze economiche, sarebbe perfettamente legittimo mettere in discussione le politiche e le istituzioni dell’unione monetaria. La posizione di Podemos (e della sinistra radicale, ndA) riconosce una semplice verità nell’eurozona di fine 2014. È logicamente incoerente per la moneta unica entrare in una stagnazione secolare e non ristrutturare il debito. Siccome niente è stata fatto per evitare la prima, c’è una probabilità che si avvicina al 100% per il verificarsi della seconda».

Ulteriori spunti nel pezzo che ho scritto per Giornalettismo

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