Le regionali dell’Emilia-Romagna sono state caratterizzate da un’altissima astensione. Uno degli elettori che non è andato a votare è stato Gianni Morandi. Il popolare cantante, che sta vivendo una seconda giovinezza su Facebook, dove gestisce una delle pagine pubbliche più seguite e apprezzate, spiega su “La Stampa” di mercoledì 27 novembre i motivi del suo astensionismo. I fattori, per Morandi, sono diversi, come per molti altri emiliani. Il primo sembra politico, e spiegabile con la scarsa collocazione a sinistra di Matteo Renzi. «Certo che ci rimani male. Non so se è Renzi che non ha portato la gente a votare, però in Emilia c’è uno zoccolo duro che sta un po’ più a sinistra di lui». Una considerazione che diventa più marcata con uno sguardo rivolto al passato. «Se ci fosse stato Matteo Renzi leader di un partito negli anni cinquanta, forse io e mio padre l’avremmo visto come un rivale politico». Le considerazioni di Morandi non si fermano alla figura del presidente del Consiglio e segretario PD, ma riguardano anche una considerazione negativa sul gruppo dirigente emiliano. «Un mese prima delle elezioni è successo lo scandalo in Regione. Sembrava che a casa nostra non succedessero queste cose, invece anche loro alla fine hanno messo le mani nella marmellata. Ecco, io sono uno di quel 63 per cento che non è andato a votare: ma forse anche perché davo per scontato l’esito, pensavo che alla fine Bonaccini avrebbe vinto e forse non c’era bisogno di grande sostegno». Scandalo sui rimborsi regionali, elezioni scontate e disagio popolare verso un PD lontano dalla tradizionale emiliana sono per Morandi i tre fattori principali del clamoroso astensionismo delle amministrative di domenica 23 novembre 2014. Per la prima volta nella storia la regione nota per la partecipazione record alle urne si è espressa in un’elezione di carattere politico come le regionali con una netta maggioranza di astenuti.