Grillo ammette di esser “stanchino” e cambia il M5S: 5 parlamentari al suo fianco per coordinarlo

venerdì, 28 novembre 2014

Beppe Grillo cambia il Movimento 5 Stelle nel suo 55esimo comunicato politico. Non più la base diretta dal blog, però strettamente, eufemismo, controllata da lui, ma un vero e proprio coordinamento politico che lo affiancherà nel ruolo di garante del M5S. Grillo ammette di essere ” un po’ stanchino”, con tanto di fotomontaggio e citazione di Forrest Gump, e ammette l’esigenza di avere una struttura di rappresentanza più ampia per il M5S. Il leader, o garante, come da sua definizione, indica 5 persone che lo affiancheranno. ”  Ho deciso di proporre cinque persone, tra le molte valide, che grazie alle loro diverse storie e competenze opereranno come riferimento più ampio del M5S in particolare sul territorio e in Parlamento. Oggi le propongo in questo ruolo per un voto agli iscritti, in ordine alfabetico:

– Alessandro Di Battista
– Luigi Di Maio
– Roberto Fico
– Carla Ruocco
– Carlo Sibilia

Queste persone si incontreranno regolarmente con me per esaminare la situazione generale, condividere le decisioni più urgenti e costruire, con l’aiuto di tutti, il futuro del MoVimento 5 Stelle”.

Grillo sottopone questa decisione alla “rete”, e si vedrà cosa ha deciso di fare la Casaleggio Associati, ovvero se procedere a un plebiscito per confermare la leadership indiscussa dei fondatori oppure se modificare davvero la natura del M5S. I cinque parlamentari indicati sono tutti fedelissimi della linea Genova-Milano, quindi la decisione dovrebbe esser approvata, ma ciò che sembra davvero rilevante è la sostanziale trasformazione del Movimento in un partito. Non conta più il rapporto diretto tra leader e cittadini grazie alla rete, ma per la prima volta ci sarà una sorta di ufficio politico che coordinerà il lavoro del M5S, come capita anche nelle altre formazioni politiche. La stanchezza personale e le continue sconfitte subite dopo il clamoroso exploit delle politiche 2013 hanno portato Grillo a rivedere, almeno in parte, la sua strategia “rivoluzionaria”. Per il leader M5S la distinzione tra partiti e movimento è sempre stata fondamentale, visto che la radice della crisi italiana sarebbe secondo questa visione proprio la separazione tra le esigenze della popolazione e gli interessi della politica organizzata, che sono spesso in contrasto tra loro. Ora però il M5S sembra adeguarsi alla realtà.

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